Quando manca una settimana alle primarie del centrosinistra sardo, si avvia alla fase conclusiva una campagna elettorale un po’ sotto tono, che non ha vissuto grandi scossoni e che fino ad ora ha suscitato pochi entusiasmi. La recente polemica di Andrea Murgia sulla sovraesposizione mediatica della Barracciu è stato il primo vero scontro della campagna, che apre una settimana in cui giocoforza la tensione è destinata a salire.
Finora la preoccupazione maggiore dei candidati riguardava la partecipazione, che s’immagina bassa visto lo scarso appeal del Partito democratico in questa fase e in generale del dibattito politico. L’obiettivo è quello delle 60mila presenze circa, in linea con le “parlamentarie” del dicembre scorso e con la somma delle firme presentate complessivamente dai candidati a sostegno della loro campagna elettorale.
Ora gli scontri diretti si intensificheranno fino a domenica, perché la posta in gioco è alta. Non solo superare gli avversari diretti, ma possibilmente vincere già dal primo turno. “Noi dobbiamo lavorare come se il pericolo ballottaggio ci fosse, spiega Chicco Porcu che sostiene Francesca Barracciu, sapendo però che l’obiettivo è vincere al primo turno. Soprattutto perché vincere al primo turno ti mette nelle condizioni migliori per vincere anche le secondarie. Noi siamo convinti che il progetto di Francesca sia l’unica speranza per battere il centrodestra e vincere al primo turno rafforzerebbe il nostro progetto. Altrimenti rischiamo di dilungarci in ulteriori settimane di discussioni, che rischiano solo di ridare fiato ad un candidato impresentabile come Cappellacci”.
Un’analisi condivisa fino ad un certo punto da Franco Marras, coordinatore della segreteria regionale e sponsor di Gianfranco Ganau. “La vittoria al ballottaggio indebolisce il candidato solo se al secondo turno va a votare poca gente. In caso contrario è un’ulteriore conferma del consenso tra gli elettori”. In caso di ballottaggio, che comunque Marras considera il “risultato minimo” (“Contiamo di vincere al primo turno”), Ganau potrebbe risultare più gradito agli elettori dei candidati esclusi. “Penso soprattutto agli elettori di Andrea Murgia, che in parte provengono da un’area i cui leader sostengono la Barracciu. Se loro hanno deciso diversamente al primo turno, non credo che cambieranno idea al secondo”.
Un invito quasi esplicito che però dall’altra parte difficilmente sarà raccolto. Come spiega Thomas Castangia “è difficile immaginare adesso l’esito delle primarie. La nostra campagna è cresciuta molto nelle settimane scorse, soprattutto tra gli elettori degli altri partiti del centrosinistra. Io penso che faremo un risultato positivo, che sia ballottaggio o vittoria al primo turno. In caso contrario non ci sarà alcuna indicazione di voto”.
Un altro aspetto per cui è necessario che il candidato che esce dalle primarie abbia una forte autorevolezza, riguarda il rapporto con gli alleati del centrosinistra, che finora hanno snobbato o addirittura avversato le primarie come “conta interna al Pd”. Partiti come Sel, Idv o Rossomori che avrebbero buon gioco a definire una “vittoria dimezzata” e una “leadership contestabile”, quella uscita da primarie magari poco partecipate. Sosterrebbero che il candidato-governatore non rappresenta che una porzione troppo piccola del principale partito della coalizione.
Alberto Urgu
