Poligono di Teulada, il Capo di Stato maggiore: “Per la Difesa è irrinunciabile”

La Difesa non intende rinunciare al poligono militare di Teulada e i militari sarebbero informati di eventuali pericoli per la salute: “l’unico limite è dato dalla presenza di eventuali minacce non conosciute”. Sono solo alcune delle dichiarazioni rese ieri dinanzi alla commissione Difesa del Senato dal Capo di Stato maggiore dell’Esercito Danilo Errico. Il lungo resoconto dell’audizione del generale (leggi qui) evidenzia che “il sistema di poligoni nazionale è già a livello di mera sufficienza e non è ulteriormente comprimibile”.

In particolare, riguardo alle aree di addestramento dei militari, sempre a detta del generale Errico, “il poligono di Capo Teulada è il più importante in quanto è l’unico che consente all’Esercito l’approntamento unitario e l’amalgama di complessi di forze fino a livello gruppo tattico: gli altri poligoni sono integrativi dell’attività che si svolge a Teulada”.

Il generale poi aggiunge: “La Forza armata negli ultimi 15 anni ha già dismesso più di 50 poligoni/aree addestrative e recentemente ne ha proposti ulteriori 5 per la dismissione”. In ultimo, alla domanda “se i militari vengano adeguatamente informati sui rischi per la salute derivanti dalla permanenza nei poligoni stessi”, il generale risponde: “I militari sono correntemente informati: l’unico limite è dato dalla presenza di eventuali minacce non conosciute“.

“Insomma, una beffa completa”, ha commentato il senatore dei 5 Stelle Roberto Cotti. “E’ preoccupante sentire che la Difesa – sorda a tutte le proteste e alle legittime istanze di riduzione dei poligoni in Sardegna – non intende rinunciare a Teulada, anzi, che lo stesso Poligono rappresenta il fulcro di tutte le attuali e future attività integrative di addestramento”.

“E che dire – aggiunge Cotti – della notizia appresa in Commissione, secondo la quale la Difesa avrebbe rottamato più di 50 poligoni, proponendone più recentemente altri 5 per la dismissione? Se la cosa non fosse grave e tragica per noi sardi verrebbe da ridere. E da chiedere, ironicamente, al generale: “Nelle vostre dismissioni di poligoni vi siete forse dimenticati della Sardegna, dove ospitiamo il 62% delle servitù militari nazionali?”.

“Ora – conclude Cotti – visto che le decisioni della Difesa passano sulla testa dei sardi, non resta che auspicare una pronta reazione di protesta della popolazione e delle istituzioni, Regione in primis: penso proprio che ogni limite all’arroganza e all’indecenza si sia superato”.

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