I sindaci e gli assessori comunali devono restituire parte delle indennità ottenute con l’aumento previsto dal centrodestra di Christian Solinas attraverso la Finanziaria 2022 (legge 3 del 9 marzo). Era l’articolo 3 a prevedeva il ricalcolo dei compensi in base alla grandezza del Municipi e quindi alla popolazione. Ma la Corte dei conti ha fatto scattare la correzione perché è vero che il Consiglio regionale ha approvato gli aumenti in ottemperanza a una disposizione nazionale, ma quando la norma sarda è stata scritta su proposta dell’allora assessore agli Enti locali, il sardista Quirico Sanna, mamma Sardegna è stato troppo generosa finendo per violare la stesse disposizioni italiane di riferimento.
Per ora a farne le spese è il Comune di Abbasanta, di cui Sardinia Post ha la delibera di Giunta. Ma lo stesso accadrà, a cascata, in tutti i Municipi isolani, perché le indennità sono state aumentate “in maniera automatica” secondo i massimali errati indicati dal Consiglio regionale. Nella norma regionale, semmai, era previsto l’obbligo di una comunicazione alla Giunta solo in caso “di rinuncia degli aumenti”. Le lettere andavano spedite proprio agli uffici di Sanna.
Ad Abbasanta, centro dell’Oristanese, la determina dell’Esecutivo locale che approva la restituzione dei soldi non dovuti è datata 7 febbraio 2023. Nell’oggetto è scritto: “Rideterminazione delle indennità spettanti a sindaco, vicesindaco e assessori sulla base della deliberazione 156/2022/Par della Corte dei conti, Sezione di controllo della Regione Sardegna”.
Nello stesso atto è spiegato pure che viene disposto “il recupero delle somme percepite in eccesso per mera errata interpretazione della norma”. L’eccesso da restituire, relativo all’annualità 2022, è quantificato nella misura del 10 per cento, in modo da allineare la Sardegna alla legge nazionale 266/2005 che per la Corte dei conti è il faro del conteggio delle indennità. La Regione, invece, non l’ha tenuta in considerazione.
La maggioranza di Solinas, come non fossero abbastanza i pasticci commessi in questa legislatura (per non parlare delle indagini penali aperte), può mettere nel palmares dei fallimenti pure il calcolo errato delle maggiori indennità per gli amministratori locali. Una scelta in linea con la normativa nazionale e corretta, perché la democrazia ha un costo che va pagato. Altra cosa è non saper calcolare correttamente nemmeno gli aumenti, tanto che la Corte dei conti, per una volta di più, è dovuta intervenire contro il centrodestra di Solinas.