”Vogliamo andare avanti nella riduzione dell’Irap e per ampliare la fiscalità di vantaggio in Sardegna ma dobbiamo essere attenti agli equilibri di bilancio”. Lo ha detto il candidato del centrosinistra alla Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, durante un forum organizzato dall’Ansa. ”Non pagare tasse in Sardegna significa rischiare di compromettere servizi essenziali”, come la sanità, ha spiegato. ”Non siamo una micro-zona franca, come Livigno. Se in Sardegna le tasse non vengono pagate c’è un rischio gravissimo per il finanziamento dei servizi”. Riferendosi alle proposte fiscali di Ugo Cappellacci (Pdl), il candidato del centrosinistra commenta: ”C’e un modo demagogico di pensare alla fiscalità. Noi scegliamo quello responsabile”.
Sulla zona franca integrale: “È una proposta demagogica e irresponsabile perché la Sardegna non è Livigno. A Livigno gli ospedali pubblici vengono pagati dalla Lombardia. In Sardegna dalla Sardegna. Nella nostra Isola, la stragrande maggioranza delle tasse resta qui. Il 70% dell’Irpef resta in Sardegna, l’80% dell’Iva resta nell’Isola così come il 90% delle accise. Una Zona Franca integrale ci taglierebbe di conseguenza le gambe in termini di sanità, scuole, assicurazioni sul lavoro. Da sola l’Iva vale quasi 2 miliardi di euro. Tagliare l’Irap, come faremo, invece sono solo 300 milioni e con una spesa migliore ce la possiamo fare, ma il resto à demagogia”. ”Inoltre – spiega – una zona franca extra-doganale proposta dal mio competitor servirebbe solo per quelle aziende che vogliono esportare verso l’Africa, queste aziende non potrebbero esportare verso l’Europa. E a questo punto un’azienda preferirebbe andare direttamente in Africa dove il costo del lavoro è infinitamente più basso”
Secondo il Professore, per offrire un futuro alla Sardegna bisogna puntare ”su imprese che creino lavoro e in particolare sull’imprenditorialità giovanile. Come c’è moltissimo da fare sul fronte delle esportazioni. I 6 milioni di esportazioni dell’agricoltura e i 160 milioni dell’agroalimentare sono niente”.
Sulla situazione dell’Isola, Pigliaru non ha dubbi: “La Sardegna è in ritardo su tutto, dalla sanità alla scuola, dalle politiche per il lavoro alle infrastrutture: è ora di smetterla con la demogagia e mettere mano a un serio programma per garantire un futuro alle nuove generazioni e alla fasce deboli della società. Non si può governare alla cieca – sottolinea l’aspirante presidente – dobbiamo avere un piano per gestire l’emergenza ma di lungo respiro. È tempo di parlare di cose concrete e aggredire i problemi avendo ben presente l’approdo finale”. In tutto questo l’Isola soffre di un’alta conflittualità con il governo centrale e alcune leggi importati varate in Sardegna trovano lo stop di Roma e il ricorso alla Consulta. “Purtroppo – sottolinea Pigliaru – spesso vengono usate scorciatoie demagogiche, si cerca l’incidente per poter impugnare la bandiera della Sardegna contro Roma cattiva. È un percorso che non mi piace – afferma il candidato del Pd -. Io sono per far valere con determinazione i nostri diritti ma in un clima di leale collaborazione con le istituzioni centrali”.
Quindi, una considerazione sul ruolo del capoluogo nello sviluppo dell’Isola. Pigliaru vede “con estremo favore” la nascita imminente delle città metropolitane, previsto dal ddl di riforma Delrio, ma sostenuto da tempo anche dalle forze politiche locali. “Per Cagliari e l’intera Sardegna sarebbe un’occasione per dar vita a un’idea moderna di sviluppo della nostra isola, un volano per il rilancio delle tradizioni, dell’agricoltura, del paesaggio, del turismo e naturalmente per le prospettive future di lavoro”. L’operatività nell’ambito delle città metropolitane “può consentire a Cagliari – ha sottolineato Pigliaru – di svolgere un ruolo di traino fondamentale per l’intera regione”.
E ancora, turismo in Sardegna meno caro se si lascia a casa l’auto. Ne è convinto il candidato governatore. ”Se vincerò le elezioni lancerò una grande campagna: Vieni in Sardegna senza auto. Portarsi l’auto nell’isola costa tantissimo. Servono invece voli low-cost per rendere la Sardegna più competitiva”, afferma a margine del forum Ansa. ”Certo – aggiunge – serve un grande piano sul trasporto pubblico dell’isola sia quello su gomma sia quello su ferro con spazi per imprese artigianali”.
Durante il forum non è mancata una battuta sull’apparente freddezza del candidato governatore. “È vero mi descrivono come un uomo preparato ma freddo: la verità è che dietro c’è riservatezza e un po’ di timidezza, ma dentro di me sento tutta l’emozione di questa avventura. Girerò con un cardiofrequenzimetro così potrete verificare che è una calma apparente”. parlando della sua indole, Pigliaru sottolinea che rispetto ai molti suoi avversari si presenta in pubblico in modo pacato. “È una diversità interessante – dice -. Io non parlo per slogan perché non faccio demagogia, mi interessano le cose concrete e il confronto sui fatti. Certo – chiarisce – se mi insultano mordo, ma non sarò mai io il primo ad insultare, così non si avvicina la gente alla buona politica”. Timori che il suo carisma non sia sufficiente a trascinare i voti? “Io sono arrivato in corsa in questa competizione – argomenta Pigliaru – e do il mio contributo: andando in giro in questi giorni vedo sale piene e gente contenta, vorrà pur dire qualcosa”.