Eccesso di dipendenti nel settore pubblico. La lotta alla burocrazia, per ora solo negli intenti, del presidente in pectore della Regione, Francesco Pigliaru, inizia da Olbia con la visita a un grande esempio (purtroppo isolato) di imprenditoria privata: la fabbrica che produce il tonno As do Mar voluta dalla lungimiranza e dal coraggio imprenditoriale di Vito Gulli. Puntare più sul privato abbattendo la spesa improduttiva del settore pubblico, soprattutto di quello che tocca le nomine clientelari che si sono succedute in anni di lottizzazione in Regione: queste sono le direttrici tracciate da Pigliaru nel suo primo viaggio dopo la vittoria alle elezioni.
“ Il numero eccessivo di persone coinvolte nel settore pubblico è un dato nazionale, frutto di anni in cui si è concentrata l’attenzione per le assunzioni nel pubblico e ci si è dimenticati di creare condizioni per l’occupazione nel settore privato Questa è una visione sbagliata di come si crea occupazione e sviluppo – ha detto Pigliaru – ma da una parte c’è quanto si spende, dall’altra c’è quanto produce il settore pubblico. Con la nostra giunta ci porremo l’obiettivo di aumentare la produttività di chi lavora nel settore pubblico – conclude Pigliaru – migliorando molto gli aspetti organizzativi e burocratici. In questo senso avere persone competenti è importante se aiutano il settore privato. Ci vogliono meno costi e più risultati”.
Vicenda Hydrocontrol : “Io ho agito sempre secondo la legge, mi riservo più avanti ulteriori commenti”
“Sull’inchiesta Hydrocontrol mi riservo più avanti di commentare quando avrò contezza dei fatti”.Con queste parole il neo presidente della Regione ha risposto all’accusa di danno erariale mossagli dalla Corte dei Conti per aver partecipato, in qualità di assessore alla Programmazione della giunta Soru, al salvataggio, dispendioso per le casse regionali, dell’Hydrocontrol, trasformandola in una società in house proprio della Regione. “ Per la memoria che ho dei fatti – ha spiegato il futuro presidente – ci siamo mossi sempre con molto rigore. Ricordo una bozza di delibera a cui feci obiezioni non dando il concerto per il rischio che si profilasse un caso di aiuto di Stato – spiega Pigliaru – ci fu una delibera che recepì le nostre obiezioni e poi mi dimisi dall’incarico. Poi sulle successive delibere non ebbi competenza”.
La visita nella fabbrica: “Partire dalle competenze”. Ma c’è la questione del costo dell’energia
Vito Gulli, il presidente della Generale Conserve e proprietario dei marchi As do Mar, Manzotin e De Rica, accoglie Pigliaru nella fabbrica dove si produce il tonno. Pigliaru inaugura il suo prossimo mandato con un tour in uno dei modelli produttivi sardi. Ma intorno all’iniziativa di Gulli ci sono i problemi infrastrutturali di una Sardegna che non solo non attrae, ma anzi respinge le aziende che vogliano investire. “Io pago il costo dell’energia cinque volte di più rispetto alla Spagna. Sono condizioni inaccettabili”, osserva Gulli a margine della visita con Pigliaru. Un problema che da più di 20 anni attanaglia l’Isola e ne ha fatto perdere progressivamente competitività senza che la classe politica se ne sia mai occupata. Pigliaru non è entrato nel merito, ma si è limitato a parlare di opportunità di una riforma del mercato del lavoro. “La Sardegna deve moltiplicare esempi come questi, valorizzando nuove competenze – garantisce Pigliaru – e ai giovani voglio offrire una Regione chi gli aiuti a valorizzare queste competenze che poi gli aiutino a entrare davvero nel mercato del lavoro”.
Su Meridiana nessun conforto: “Aiutare chi resta senza lavoro a trovarne un altro”
Il vantaggio di essere un economista è che sui temi delle crisi aziendali si può parlare tecnicamente senza dover pagare dazio alle promesse senza futuro della politica cialtrona. Pigliaru sulla questione Meridiana non entra nel merito ma traccia una linea poco populista e molto pragmatica. Nella serata di ieri gli è stata inviata una lettera dei dipendenti Meridiana, in cui si denuncia l’annunciato licenziamento di 1200 dipendenti della compagnia nel 2015 con la volontà di trasferire gran parte dell’operativo su Air Italy. “Nessuno ha in mano una soluzione, ma siamo di fronte a 1200 licenziamenti e ci troviamo in un Paese, compresa la Sardegna, che non è attrezzato per affrontare simili crisi aziendali – dice Pigliaru durante l’intervento all’aeroporto Costa Smeralda, nel corso del Career Day dove le aziende incontrano gli operatori turistici – con adeguate reti di sostegno. Ma il principio deve essere che se l’azienda è in una crisi temporanea, il settore pubblico deve dare un aiuto per ripristinare i precedenti livelli di occupazione. Se questo non fosse possibile – conclude Pigliaru – si devono trovare nuove forme di occupazione per coloro che perdano il lavoro”. Siccome la crisi di Meridiana sarebbe strutturale, passa la seconda teoria. Resta da vedere se i sindacati e i dipendenti gradiranno la ricetta.
Giandomenico Mele