“Questo è il risultato del populismo”. Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, riassume così, in piazza Palazzo a Cagliari, le minacce ricevute dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, dopo aver bloccato la nomina di Paolo Savona a ministro dell’Economia. Il governatore ha parlato durante la manifestazione organizzata dal Pd in segno di solidarietà con la prima carica del Paese.
Pigliaru ha detto: “Savona non poteva guidare il dicastero di via XX Settembre per il semplice fatto che l’uscita dall’euro non è contemplata in alcun programma di governo, né in quello della Lega né dai Cinque Stelle. Non solo: Savona il cosiddetto ‘piano B’ non lo hai mai smentito”. Il capo della Giunta sarda ha chiarito ancora sul punto: “Se due forze trovano legittima una simile proposta, la presentino prima agli elettori. La democrazia funziona così, perché solo in questo modo gli avversari politici sono messi nelle condizioni di contestarla. E per noi sarebbe di certo l’occasione per spiegare ai cittadini che lasciare la moneta unica significherebbe innanzitutto vedere aumentare il costo dei nostri mutui”.
Il governatore sardo non ha però rinuncia a una sottolineatura di insoddisfazione: “L’Europa di oggi così com’è non va bene. In Regione sperimentiamo quotidianamente le difficoltà del confronto con i funzionari di Bruxelles, per esempio sui bandi della continuità territoriale e anche nella gestione della lotta alla peste suina. Stesso discorso sull’euro: servono correttivi. Ma la riforma si realizza solo con più Europa non con meno Europa. A differenza di quanto succede in America nel rapporto tra Stati più ricchi e meno ricchi, nell’Ue non esiste un fondo comune, paragonabile a quello federale, per sostenere i lavoratori disoccupati. Questo sarebbe un primo nuovo elemento da introdurre”. Pigliaru ha poi spiegato che “l’economia italiana è in difficoltà dal ’92, non dalla crisi del 2008. Ma ciò non giustifica in alcuna modo gli attacchi ricevuti dal presidente della Repubblica, in difesa del quale siamo qui oggi”.
Al. Car.
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