Scatta il piano dei ‘piccolissimi’, ora che la Giunta regionale sta prendendo forma. Upc, Psi, Idv-Verdi e La Base annunciano di voler costituire un gruppo unico in Consiglio. Ma dietro la mossa a sorpresa, c’è un altro obiettivo: ottenere “un posto autorevole nella squadra di Governo”. Lo dice, per tutti, Antonio Satta, segretario nazionale dell’Upc, il più grande dei quattro partiti, all’1,70 per cento.
Dunque, i ‘piccolissimi’ del centrosinistra alzano la posta. E soprattutto la voce, dopo giorni di silenzio. Stamattina è stata ufficializzata la nascita di un nuovo gruppo consiliare che vale, voti alla mano, il 4,9 per cento. Così divisi: Upc 1,70; Psi 1,39; Idv-Verdi 1,10; La Base 0,71. Satta parla di “contributo elettorale fondamentale” e rivendica il diritto di vedersi “riconoscere un assessorato”. Il segretario dei cristiano-popolari chiarisce ancora: “Del resto la nostra unità di intenti è piena, ma siamo legati anche da una particolare affinità politica”.
Secondo indiscrezioni, la richiesta dei quattro partiti non è gradita al resto del centrosinistra, dove si sta seguendo un altro metodo per distribuire le 12 deleghe della nuova Giunta. Il metodo è quello di considerare i consensi raccolti dai singoli partiti, non dai gruppi che si formano a urne chiuse. Peraltro: la Sinistra sarda rischia di perdere la casella in Giunta proprio perché si tratta di un cartello elettorale formato da due forze (Rifondazione e Comunisti italiani), sebbene la sigla fosse presente nelle liste elettorali. Ma più ancora: Sel, che da sola preso il 5,18 per cento, dovrebbe indicare un solo assessore anziché i due inizialmente previsti. Quanto basta per capire che il piano dei ‘piccolissimi’ ha un’alta possibilità di essere rispedito al mittente.
Come finirà, non è dato saperlo. Di certo, per la coalizione si tratta di un momento chiave: i partiti stanno selezionando i nomi dei papabili da consegnare al presidente Francesco Pigliaru. Ma sulla scrivania del governatore arriveranno anche i curricula, visto che sulle competenze il governatore non è disposto ad arretrare di un solo centimetro.
Di fatto, Pigliaru a alleati sono entrati nella fase due: dopo gli incontri bilaterali, conclusi ieri col faccia a faccia tra il presidente e il Pd, sono previsti vertici informali, durante i quali verranno analizzate le candidature. Il terzo e ultimo passaggio sarà invece l’apertura di un tavolo di coalizione, per presentare a vicenda gli assessori scelti.
Nessuna novità sui nomi: l’unico certo è quello di Raffaele Paci per la Programmazione, tanto che l’assessore in pectore ha partecipato alle riunioni bilaterali della scorsa settimana e anche al confronto di ieri tra Pigliaru e il Pd. In pole resta pure Cristiano Erriu, il Pd di area Fadda, alla guida dell’Anci Sardegna: è molto probabile che sia lui a guidare gli Enti locali e l’Urbanistica. Trapela poi che i Rossomori hanno fatto un nome importante per l’Agricoltura, ma per ora è top secret. Un assessorato a testa lo avranno anche Partito dei Sardi e Centro Democratico. Il Pd, invece, dovrebbe sceglierne cinque. L’undicesima delega, quella Sanità, sarebbe ancora appannaggio di Pigliaru che potrebbe arrivare a quota tre, se la Sinistra Sarda non prenderà nulla.
Alessandra Carta