La Consulta boccia quasi su tutti i fronti l’impugnativa del Governo contro le norme del Piano Casa approvate nel collegato alla Finanziaria della passata legislatura.
La sentenza della Corte è arrivata oggi e solo su tre commi è stata rilevata l’illegittimità. Il Governo aveva impugnato sette degli articoli contenuti nel capo dedicato all’assetto territoriale e al recupero del patrimonio edilizio e urbanistica. Si trattava degli articoli dal 123 al 128 e dell’articolo 131. Le norme contestate riguardavano le modifiche sul recupero di sottotetti, seminterrati, soppalchi e locali al piano terra, piani pilotis, riuso di spazi di grande altezza (che consentiva interventi nelle strutture turistiche ricettive e la chiusura con elementi amovibili).
Ad essere stati dichiarati illegittimi sono: un comma dell’articolo 123, limitatamente ad un inciso riguardante gli indici volumetrici. Un comma dell’articolo 128 anche in questo caso limitatamente ad un inciso, quello che in particolare prevedeva la possibilità di consentire interventi di riutilizzo del patrimonio esistente per chi avesse sanato le difformità con un procedimento di condono. E infine è stato dichiarato illegittimo un comma dell’articolo 131 nella parte in cui si fa riferimento alla possibilità di installare pergole bioclimatiche. Per tutto il resto delle norme impugnate la Corte ha dichiarato l’inammissibilità e in alcuni casi la non fondatezza delle questioni sollevate dal Governo. Tra le norme confermate dalla Consulta: la possibilità, nei centri storici, ma anche nelle zone residenziali e in quelle agricole, di rendere abitabili sottotetti e mansarde secondo le condizioni specificate dal provvedimento sull’altezza minima.
Massimo Angelo Sechi