Al Pd sardo servono ottantasei voti (su 171) per eleggere il nuovo segretario ed evitare il commissariamento. I dem ci riprovano lunedì a Tramatza, ma raggiungere l’obiettivo non è un’impresa facile viste le fratture e i rimescolamenti che continuano a segnare le diverse anime interne.
I candidati alla segreteria restano due: il renziano Piero Comandini e l’indipendente Giuseppe Frau. Il primo, consigliere regionale, è sostenuto dall’ex minoranza guidata da Ignazio Angioni che, però, appare sempre meno compatta sulla scelta; il secondo, medico, ha lasciato di recente l’area di Paolo Fadda dopo aver fatto il delegato alla Sanità nella segreteria di Renato Soru, dimissionario a maggio dopo la condanna per evasione fiscale.
Al momento nessuno dei due candidati ha le ottantasei preferenze necessarie per centrare l’elezione. Vero che qualche scheda potrebbe spostarsi col voto segreto, ma il quorum richiesto è alto e fa presupporre l’ennesima fumata nera dopo quattro mesi di guerre e nessun passo avanti.
A mettere un po’ di pace ci proverà domani Luca Lotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, fedelissimo del premier Matteo Renzi nonché delegato agli Enti locali nel Pd nazionale. A Lotti è legatissimo Gavino Manca, il consigliere regionale che sostiene Comandini. Il sottosegretario arriva in Sardegna – incontro previsto a Sassari – per ricordare ai dem isolani che serve un Pd unito in vista del referendum costituzionale.
Lotti sa bene che un partito commissariato non ha un impatto positivo sugli elettori, mentre per il governo Renzi è di fondamentale importanza vincere l’appuntamento con le urne. Benché il premier ora assicuri che resterà a Palazzo Chigi anche nel caso in cui dovesse vincere il No, una sconfitta indebolirebbe pesantemente il Pd nazionale, sempre più incalzato dal Movimento Cinque Stelle, sebbene quest’ultimo sia a sua volta ridimensionato dal caos a Roma nella giunta di Virginia Raggi.
Quanto alle divisioni interne all’Isola, la prima significativa spaccatura si registra nell’ex minoranza congressuale: Yuri Marcialis, il cuperliano riconfermato assessore allo Sport nel Comune di Cagliari, ha deciso di abbracciare la causa di Agorà, il movimento che i quarantenni del Pd hanno messo in piedi per “mettere in circolo nuove energie“, ma i giovani colonnelli appaiono tutti legati all’establishment. All’iniziativa al teatro Massimo, a differenza di quanto scritto inizialmente, era presente anche uno dei più convinti ex civatiani de La Traversata, il consigliere di Cagliari Matteo Lecis Cocco Ortu. Che precisa però di aver “partecipato anche alla convention di Frau a Santa Giusta“. Assente, invece, Jacopo Fiori, dirigente del Pd e rappresentante della stessa corrente. All’appuntamento sono andate pure la portavoce degli ex civatiani, Anna Crisponi, e Laura Pisano, altro quadro del partito.
Il termometro del malessere dem arriva anche da Sant’Antioco, dove Luca Mereu si è dimesso ieri da segretario cittadino dopo nove anni. Mereu è un indipendente, sanche la sua militanza nel Pd è cominciata nel 2007 nell’area di Antonello Cabras. All’origine dell’addio proprio lo stallo nel partito regionale. Mereu da tempo combatte per un rinnovamento profondo – alle primarie del 2013 aveva sostenuto Andrea Murgia – ed un altro di quelli che hanno declinato l’invito alla convention di Agorà.
E a proposito di area Cabras e quindi di corrente popolare-riformista insieme alla componente Fadda e a quella di Silvio Lai, la posizione da tenere nell’Assemblea di lunedì verrà decisa domani a Oristano in un vertice interno. Filtra però che la strategia non sia cambiata: il gruppo è disposto a eleggere il segretario solo a condizione che venga decisa contestualmente la data del nuovo congresso. Ma per ora, ad avvicinarsi, è solo l’ipotesi che Renzi mandi un commissario.
Alessandra Carta
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