Il movimento si chiama #CoraggioPd, con tanto di hashtag. Il fondatore è il parlamentare europeo Brando Benifei, ligure di La Spezia, 36 anni, Strasburgo da quando ne aveva 28. Bonifei, insieme ad altri dem under 40, ha dato l’avviso di sfratto a Enrico Letta e nomenclatura, anche perché sono anni che nel Pd il segretario viene scelto nelle stanze del potere. Il risultato è che a Roma, con il Rosatellum delle candidature blindate, sono finite i fedelissimi dei capi bastone e il partito è scivolato sotto il 20 per cento.
Benifei non vuol fare il novello Renzi nelle veste del rottamatore. Ma la logica è quella, è emerso all’auditorium Antonianum di viale Manzoni a Roma, dove “la rete spontanea degli amministratori” si è data appuntamento, dopo aver fondato la piattaforma social. Era agosto. Già allora i giovani dem chiesero a Letta “maggiore rappresentatività” nel partito. Il segretario a quell’orecchio ha sentito poco. Tanto che solo tre under 40 sono entrati in Parlamento col voto del 25 settembre a fronte di oltre novanta eletti.
Adesso per Letta e ‘soci’ la musica è pure peggiorata. “Via l’attuale classe dirigente“, hanno alzato il tiro gli under 40 del Pd. Benifei non l’ha mandata a dire: “Bisogna dire le cose come stanno – ha esordito -. Noi abbiamo una classe dirigente che si ripropone incessantemente e dopo dieci anni di governo pretende ancora di dettare l’agenda della discussione. Nel nostro partito abbiamo bisogno che cambi la prima fila, non solo il segretario, altrimenti è una farsa questa costituente, questa apertura”.
#CoraggioPd piace assai a Mauro Usai, sindaco di Iglesias, 34 anni domani (2 novembre). Usai, che si sta distinguendo per il buon governo della città sulcitana, sulla propria pagina Facebook ha riportato il pensiero di Benifei e del movimento e nemmeno lui si è trincerato dietro chissà quali sillogismi. “Siamo pronti”, ha scritto Usai, primo nell’Isola, tra gli under 40 dem, a sposare la linea del “Ci vuole coraggio”.
A seguire una sottolineatura che vale una dichiarazione di intenti. “Il Pd di cui si parla come futuribile, c’è già: siamo noi e non solo. Ed è forse un partito più rinnovato e anche più battagliero. Conosco Brando, come tantissimi presenti ieri a Roma, dai tempi dell’organizzazione giovanile del Pd che abbiamo fondato e custodito negli ultimi quindici anni. Esiste un patrimonio immenso di amministratori e politici di spessore under 40 come Brando, pronti a raccogliere la sfida per rifondare il Partito democratico”. Quindi il passaggio più incisivo: “È ora che la classe dirigente che ha governato il Pd fino ad oggi, si metta da parte. Se non si fa questo, l’alternativa è scomparire”.
Proprio nell’Isola anni fa ci fu un tentativo di costruire un passaggio di consegne. C’era però un peccato originale: i giovani a cui si voleva dare in mano il Pd dell’Isola erano l’estensione dell’attuale classe dirigente. Troppo (o troppo poco), a seconda dei punti di vista, per credere in un rinnovamento reale. Il solo che adesso viene reclamato in tutta Italia dagli under 40. Sperando che sia la volta buona per ‘ripulire’ il partito delle rendite di posizione. (al. car.)