Sono a un passo dalla rottura Pd e Psd’Az. La trattativa ufficiale tra i segretari dei due partiti si è chiusa senza un accordo: troppe alte, per i sardisti, le ‘condizioni’ messe da Silvio Lai, leader dei democratici isolani. Tanto che Giovanni Colli (nella foto), il numero dei Quattro Mori, ha deciso di lasciare l’ultima parola al Consiglio nazionale. Ovvero, sarà l’assemblea dei delegati sardisti a votare il definitivo addio all’alleanza col centrosinistra, oppure accettare i paletti fissati da Lai su programma e candidature.
L’assemblea del Psd’Az, riunita a Ghilarza, è cominciata. E dopo la relazione introduttiva del segretario, si aprirà il dibattito, poi il voto.
A dividere Pd e Quattro Mori è intanto il programma di governo. Perché durante i 48 mesi passati dal Psd’Az nella giunta di Ugo Cappellacci, Zona franca e Flotta sarda sono diventate due battaglie chiave. Ma il Pd le ha osteggiate dai banchi dell’opposizione e nella trattativa di questi giorni ha chiesto al partito di Colli di prendere le distanze da entrambe le questioni.
Ci sono poi le candidature: Lai, a nome dei democratici, ha inviato il Psd’Az a non mettere in lista esponenti politici che hanno governato con Cappellacci. Il che, per i sardisti, vorrebbe dire non candidare Angelo Carta, sindaco di Dorgali, ex assessore ai Lavori pubblici e ai Trasporti, ma in queste elezioni è l’uomo di punta nel collegio di Nuoro. C’è poi Christian Solinas, successore di Carta ai Trasporti, che verrebbe ugualmente sacrificato.
Ma proprio da Ghilarza trapela che Carta rinuncia alla propria candidatura. “Per ragioni familiari”, ha detto l’ex assessore. Ma non si esclude che il suo gesto sia un tentativo di salvare l’alleanza col centrosinistra. Ovviamente, si tratta solo di un tassello che andrà a comporre il quadro finale e sul quale poi dovrà esprimersi il Consiglio nazionale.
Cosa decida alla fine il Psd’Az, non è dato saperlo. Ma, ovviamente, nella riunione di oggi il partito dovrà anche tracciare la rotta alternativa all’alleanza col centrosinistra, nel caso in cui sia questa linea a prevalere. Le opzioni sono due: o il Psd’Az torna con Cappellacci, o prova a costruire un accordo programmatico col ‘Popolo sardo’ di Mauro Pili. I sardisti non hanno alcuna intenzione di presentarsi da soli alle urne del 16 febbraio.
Alessandra Carta