La Sardegna investe nella salute dei pazienti oncologici, con una spesa in aumento per garantire l’accesso a terapie sempre più efficaci e innovative. A dichiararlo è l’assessore regionale della Sanità, Armando Bartolazzi, che sottolinea come l’impegno economico della Regione per i farmaci oncologici, coperti interamente con fondi propri, sia cresciuto nel 2024 di oltre il 9% rispetto all’anno precedente. L’assessore è tornato sull’argomento dopo le polemiche che lo hanno investito sui farmaci innovativi agli over 80, dichiarazione a lui attribuita e smentita dal diretto interessato. Oggi Bartolazzi ha snocciolato alcuni dati.
Nel dettaglio, la spesa complessiva è passata da 221,2 milioni di euro nel 2023 a 241,6 milioni nel 2024, con un incremento esatto del 9,3%. “Questo aumento – spiega Bartolazzi – è legato alla crescente possibilità di trattare il cancro con terapie diversificate, spesso costose, ma oggi accessibili a tutta la popolazione grazie al nostro sistema sanitario pubblico. Terapie che, nei casi più avanzati, permettono di cronicizzare la malattia e migliorare significativamente la qualità e l’aspettativa di vita”.
L’analisi dei costi pro capite conferma la tendenza: nel 2023 il sistema sanitario regionale ha sostenuto una spesa di 148,22 euro per ogni cittadino solo per i farmaci oncologici. Per quanto riguarda i cosiddetti farmaci “innovativi”, nel 2024 la spesa è stata pari a poco più di 17 milioni di euro – un dato leggermente inferiore rispetto al 2023 – con un’incidenza media di 10,4 euro per abitante.
Nonostante la lieve flessione, l’assessore annuncia l’impegno per incrementare l’accesso a questi trattamenti. “Stiamo dialogando con Aifa – ha dichiarato – per accedere al fondo nazionale del 5%, che ci consentirebbe di ampliare ulteriormente la disponibilità di cure innovative per i malati oncologici sardi”.
Tra gli obiettivi strategici della Giunta guidata da Alessandra Todde, spiega, c’è anche la creazione di un Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) regionale. “Un’infrastruttura di questo tipo – spiega Bartolazzi – permetterebbe alla Sardegna non solo di offrire cure più avanzate, ma anche di contribuire direttamente alla ricerca scientifica, sviluppando trattamenti innovativi sul territorio e rendendoli accessibili ai pazienti isolani”. Altro nodo cruciale resta la prevenzione. La Regione punta sulla diagnosi precoce, considerata un’arma decisiva per affrontare con successo la malattia: “È questo – conclude Bartolazzi – il cuore della nuova Rete Oncologica regionale, pensata per garantire una presa in carico rapida, omogenea e capillare su tutto il territorio”.