L’ex governatore Ugo Cappellacci e diversi consiglieri di Fi tornano all’attacco sull’annunciato ritiro dei ricorsi da parte della Regione nell’ambito dell’accordo sul Patto di stabilità. “Se in Sicilia si alzano le barricate e se perfino il presidente della Provincia autonoma di Trento si rifiuta di ritirare i ricorsi contro lo Stato centrale e qualcuno teorizza di far mancare il sostegno a Renzi, significa che, pur con tutte le differenze del caso, le forti perplessità espresse dalla nostra parte politica riguardo all’accordo sottoscritto dalla giunta Pigliaru non possono essere attribuite al gioco delle parti”, sottolinea l’ex presidente.
La nota va avanti così: “L’inevitabile necessità di tutelare davanti alla Corte Costituzionale prerogative statutarie ripetutamente compromesse affermata dal presidente Rossi non può non essere avvertita come rinunciabile e secondaria dalla Sardegna, che nella passata legislatura ha guidato e condotto battaglie analoghe. Per questo, nel confermare punto per punto la nostra posizione, rinnoviamo alla Giunta regionale l’invito a compiere un’ulteriore riflessione circa i contenuti dell’accordo sottoscritto con il ministro Padoan e soprattutto sulla questione del ritiro dei ricorsi, che così com’è suona come una resa incondizionata”.
Sulla stessa linea il capogruppo di Fi in Consiglio regionale Pietro Pittalis e l’ex assessore alla Programmazione Alessandra Zedda. “La Giunta – incalza il primo – riapra il fascicolo, chiuso in maniera troppo frettolosa, della revisione del patto di stabilità e chieda di rivedere l’accordo sottoscritto con il ministro Padoan, valutando anche un’eventuale azione comune con le altre Autonomie”. “Siamo ancora in tempo per evitare una vera e propria sciagura – aggiunge Zedda – Chiediamo pertanto alla maggioranza e in particolare alle componenti sovraniste di scuotersi dal torpore e di trovare insieme i correttivi a quell’accordo-truffa che restringe la possibilità di spesa delle risorse a nostra disposizione e che di fatto per il 2014, anno in cui dovremmo aggredire maggiormente la crisi, ci sottrae 300 milioni”.