Partito dei Sardi, accordo coi Rossomori e porte (quasi) chiuse al centrosinistra

Democrazia, libertà e indipendenza per uno stato di Sardegna in Europa. Si presenta così, con una bozza di programma “per cambiare e governare il presente” dell’Isola, il Partito dei Sardi del duo Paolo Maninchedda (ex esponente del Psd’Az e docente di Filologia Romanza all’Università di Cagliari) e Franciscu Sedda (ex Progres e docente di semiotica all’Università di Roma) che oggi ha presentato il proprio simbolo in vista delle elezioni regionali del 2014. Sembra costituirsi un secondo fronte indipendentista-sovranista verso il voto. Oltre alla scritta con il nome del movimento e la frase “Facciamo lo Stato”, c’è l’immagine della Sardegna in blu e 12 stelle, un’evocazione del ruolo che l’Isola deve svolgere in Europa.

Sottoscritto l’accordo politico con i Rossomori, che hanno rotto con il centrosinistra, il Partito dei Sardi non chiude del tutto le porte alla coalizione, ma pone alcuni paletti irrinunciabili: la questione morale per i candidati e il programma di governo, già sintetizzato in 80 pagine di un libro dal titolo “L’indipendenza della Sardegna”. Nel contempo prosegue il dialogo con altre forze indipendentiste (si parla soprattutto di Irs), ma anche con alcuni partiti oggi legati al centrosinistra. “La nostra è un’apertura di dialogo e di confronto che cerca di fornire un supporto sui temi della produzione della ricchezza e del lavoro pensando più al dibattito culturale e meno alla polemica propagandistica – ha detto Maninchedda – abbiamo un accordo politico serio con i Rossomori e con altre liste civiche. Per ora l’interlocuzione con il centrosinistra si è interrotta, perché crediamo che non può essere allontanato dal tavolo il tema della trasparenza dell’azione politica, libera da qualsiasi posizione giudiziaria. Non abbiamo nulla contro le persone, ma il nostro codice etico parla chiaro”. Secondo Sedda “occorre uscire dal tatticismo, per non morire nell’utopia. E’ vero, siamo indipendentisti ma non isolazionisti: vogliamo costruire ponti per aggregare attraverso un percorso pubblico e dialogare con partiti che non sono indipendentisti”.

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