Parlamentarie Pd, è corsa contro il tempo. Ancora incertezze sul regolamento

Il giorno dopo la votazione delle regole, nel Partito democratico sono giornate frenetiche in vista della campagna elettorale più breve della Storia. Per venerdì è fissata la direzione regionale e tra sabato e domenica si svolgeranno quelle provinciali. Queste ultime saranno decisive per predisporre le liste, visto che le proposte di candidatura devono pervenire “entro le ore 20 del giorno precedente la riunione della relativa Direzione provinciale e abbiano depositato presso la Direzione provinciale/territoriale un numero di firme pari al 5% – e comunque non meno di 50 e non più di 500 – degli iscritti PD 2011, in almeno 3 circoli, in quell’ambito provinciale/territoriale”.

Quindi, a prescindere dalla composizione dei collegi provinciali che in Sardegna potrebbero essere 7 o 8, gli aspiranti candidati dovranno raccogliere le firme in almeno 3 circoli del proprio coordinamento di appartenenza. “La speranza, spiega il coordinatore provinciale a Cagliari Thomas Castangia, è che la direzione nazionale accetti di abbassare al 3% la percentuale degli iscritti. Che a Cagliari significherebbe 180 firme circa. Non mi sembra una condizione insormontabile”.

Di parere opposto il consigliere regionale Chicco Porcu, dato come sicuro partecipante prima della regola che esclude anche i consiglieri regionali. “Ma non mi scoraggio, semmai questi ostacoli mi motivano ancora di più. Deciderò in queste ore se chiedere o meno la deroga”. Ma aldilà della sua situazione personale Porcu è insoddisfatto del regolamento in generale e della scelta fatta in direzione nazionale. “Sono regole fatte per tutelare i parlamentari uscenti. Secondo me è un errore sia per quello che riguarda l’elettorato passivo, con troppo esclusioni, sia per l’elettorato attivo, perché dovevano essere primarie aperte a tutti. Avremmo dovuto sfruttare meglio questa ondata di nuovo entusiasmo verso il Pd, invece di mettere nuovi ostacoli alla partecipazione”.

Il “toto nomi”. Nonostante il pochissimo tempo a disposizione, i potenziali candidati ancora non escono allo scoperto. A parte i deputati uscenti, che hanno incassato un regolamento che li tutela e hanno già iniziato la campagna elettorale, quasi nessuno è uscito allo scoperto. Qualche nome, seppure informalmente, viene considerato quasi sicuro. Come Peppino Pirisi, Gianni Sanna, Thomas Castangia, Romina Mura, Graziano Milia. Altri probabili come il vicesindaco di Cagliari Paola Piras, che avrebbe bisogno della deroga, il costituzionalista Gianmario Demuro, Maria Grazia Dessi (segretario della Cna provinciale a Cagliari).

Ancora in sospeso la posizione del segretario Silvio Lai, che annuncerà in direzione regionale la sua decisione. Per lui potrebbe esserci un posto nel cosiddetto listino, anche per salvaguardare il suo ruolo di garante delle primarie stesse.
Il partito lavora in gran segreto anche per la scelta di quei nomi della “società civile” da indicare in lista, senza passare dalle primarie. L’identikit porta soprattutto a docenti universitari o esponenti culturali, magari non necessariamente iscritti al Pd ma considerati d’area. Tra questi ultimi potrebbero esserci Francesco Pigliaru, Marcello Fois e Flavio Soriga.

Alberto Urgu

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