A questo punto non c’è pompiere che tenga, è troppo tardi. Contro la Lega, dopo che dichiarazioni del capogruppo Dario Giagoni, ha deciso di giocare a carte scoperte il gran capo dell’Udc. Giorgio Oppi, che serve uno dei suoi piattini al gruppo del Carroccio in Consiglio regionale. Anche a difesa di Forza Italia e Riformatori.
Tutto è cominciato avant’ieri, dopo che l’Aula ha votato i delegati sardi per il Quirinale, quelli che andranno a Roma per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. L’hanno spuntata il presidente Christian Solinas, quello del Consiglio, Michele Pais, e il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau.
Fosse stato per l’Udc, al posto del leghista Pais sarebbe dovuto andare a Roma l’onorevole Antonello Peru che fa parte dello scudo crociato in quota Cambiamo, il partito del governatore ligure Giovanni Toti. Per Peru hanno votato in 15, di cui 13 preferenze arrivate da Udc, Riformatori e Forza Italia, ovvero il cosiddetto intergruppo dell’Aula. Gli altri due voti si pensava fossero targati Pd, ma secondo un’altra scuola di pensiero hanno sempre il timbro del centrodestra.
Fatto sta che dopo la seduta dell’Aula, Peru ha parlato di “spaccatura in maggioranza”, mettendo in evidenza il peso dell’intergruppo, considerato sempre più determinante nelle scelte del centrodestra. A Peru ha replicato Giagoni che ha difeso il ‘suo’ presidente Pais e dato vita breve all’intergruppo. Non solo: l’esponente del Carroccio ha detto che Udc, Riformatori e Forza Italia sono interessati “più alle nomine che non alle istanze dei sardi”.
Per Oppi quelle parole sono state esagerate. Il leader dell’Udc ha deciso di replicare mettendo sul piatto le poltrone che occupa il partito di Matteo Salvini, col quale il centrista, decano dell’Aula, non si è mai preso. Oppi, nel corso di questa legislatura, ha più volte litigato col commissario dei leghisti sardi, Eugenio Zoffili, e con Pais ha avuto più di una scaramuccia.
“Non permettiamo a nessuno di usare quei toni né tantomeno accettiamo accuse false e offensive – dice Oppi -. Se in questa maggioranza c’è un partito che ha preso più di quel che vale, è proprio la Lega. A dispetto di sette consiglieri, il gruppo ha tre assessorati e la presidenza del Consiglio”. Ma non è finita: “Proprio in virtù di quelle caselle” ottenute in Giunta e in Aula, “alla Lega non sarebbe spettati posti di sottogoverno”, continua Oppi. “Invece siamo stati generosi”.
Se si esclude la sanità, che rientra in una ripartizione autonoma, “la Lega ha indicato il presidente e il direttore generale dell‘Istituto zooprofilattico e anche scelto il presidente di Sardegna It“, società in house della Regione che si occupa del Sistema informativo. E questo malgrado la partita dei Cda sarebbe dovuta restare bloccata in attesa del voto sulla legge ad hoc.
“L’Udc, invece, a fronte di sei consiglieri in Giunta – osserva Oppi – esprime un solo assessore e non ha in mano enti. Perché le gestioni commissariali di Forestas e Agris non equivalgono al pieno esercizio delle funzioni”.
Al netto delle dichiarazioni di circostanza fatte Giagoni, è verissimo, come dice Peru, che nel centrodestra di Solinas esiste una spaccatura grande così. E non da oggi. Lo sfilacciamento si è ormai incancrenito e mai il governatore è riuscito a ricucire gli strappi. Tanto che un’ipotesi si fa largo: Solinas starebbe seriamente pensando di ritornare in Parlamento con le Politiche del 2023. Ma questa è ancora un’altra storia.
Alessandra Carta