Olbia, sul piano anti-alluvione è guerra aperta Maninchedda-Nizzi

Sul piano Mancini di Olbia è ormai guerra aperta. Lo scontro fra l’assessore regionale ai lavori pubblici Paolo Maninchedda e il sindaco della città gallurese Settimo Nizzi è diventato evidente con la nuova ordinanza regionale datata 25 ottobre 2016. Con il documento, pubblicato sul sito della Regione (consultabile on line qui), l’assessore Maninchedda in qualità di commissario di Governo per la gestione del dissesto idrogeologico della regione Sardegna, dispone “con decorrenza immediata l’avvalimento del personale dell’Ufficio tecnico del comune di Olbia per lo svolgimento di tutte le attivitàconnesse alle fasi di attuazione dell’intervento”.

In sostanza l’assessore precetta tutti i tecnici comunali che sono stati titolari, secondo l’ordinanza, di ruoli nell’ambito della progettazione e del procedimento di V.i.a.: Costantino Azzena, Antonio Zanda, Marianna Melis, Lucia Mutzu, Salvatore Spano, Giuseppe Spano, Antonio Marongiu, Stefano Velati, Alessandro Urgias, Gianluca Vidale, Fabio Sanna e Cecilia Bosco. Immediata la reazione del sindaco di Olbia che in un comunicato scrive: “Maninchedda precetta i tecnici e dunque ogni richiamo al dialogo fra enti viene meno vista la decisione del commissario di governo”.

Il braccio di ferro fra Olbia e Cagliari va avanti da tempo e riguarda la scelta dei lavori che dovranno preservare la città dagli effetti di eventuali, future, alluvioni. Se sono tutti d’accordo sul fatto che non si debbano più ripetere tragedie come quella causata dal ciclone Cleopatra il 18 novembre 2013, esistono forti divergenze sul progetto che darà un nuovo volto alla città nelle aree giudicate critiche, quelle che si trovano in prossimità dei canali. Il piano Mancini che prende il nome del suo progettista, Marco Mancini, ordinario di Costruzioni drauliche al politecnico di Milano, prevede la costruzione di quattro vasche di laminazione vicino alla città per accogliere l’acqua dei canali, che saranno allargati.

In tutto verranno costruite quattro vasche di laminazione, che occuperanno, dopo gli espropri, 95 ettari. Una a Putzolu, la seconda a Santa Mariedda, la terza in via Nervi e una, provvisoria, nella zona di Consarcasa. Si tratta di un progetto definitivo, approvato dal distretto idrografico e dalla Regione nel dicembre 2015 e finanziato da Italia sicura con 120 milioni di euro. Soldi che sono immediatamente disponibili a patto che si proceda all’esecuzione dei lavori . Esecuzione che invece il sindaco di Olbia Nizzi vorrebbe impedire proponendo una soluzione alternativa giudicata meno invasiva per rispettare le promesse fatte ai cittadini in campagna elettorale. Ma ormai non c’è più tempo .

I termini proposti dalla Regione per le modifiche al piano Mancini sono scaduti e l’assessore Maninchedda ritiene che non si possa attendere oltre visto che si sta parlando di un’opera fondamentale per l’incolumità dei cittadini. Dunque Maninchedda prosegue determinato sul tracciato deciso nei giorni scorsi con l’ordinanza di revoca al Comune di Olbia della titolarità dell’intervento relativo al lotto 1 del piano Mancini per passare in fretta all’inizio dei lavori per cui è prevista una spesa di 25 milioni di euro. Da qui l’immediata reazione di Nizzi: “La nostra posizione è sempre stata aperta e volta al dialogo. Non capiamo questa totale chiusura e non ci si aspetta che un commissario di governo utilizzi in un atto argomentazioni di tipo politico. E se è vero che è legittimato a porre in essere questo procedimento, viene meno alla leale collaborazione tra enti contrapponendosi, a scapito dei cittadini di Olbia, con un’amministrazione democraticamente eletta. Inoltre, secondo il “principio di prossimità” sancito dal trattato dell’Unione Europea, le decisioni devono essere prese nella maniera il più possibile vicina ai cittadini, l’amministrazione deve agire secondo i loro reali bisogni che, in questo caso, sono stati manifestati nei vari percorsi: non solo le elezioni vinte, come ha riconosciuto anche l’opposizione, pure per la differente scelta strategica rispetto al piano di salvaguardia idrogeologica, le osservazioni al VIA e la conferenza di consenso dello scorso 7 Ottobre. Abbiamo fatto e continueremo a fare tutto il possibile perché sia rispettata la volontà dei nostri cittadini e perché siano valutate altre opportunità che non solo mitighino il rischio, ma che prevedano un minor impatto ambientale, evitino tutti i disagi creati da un piano che porta con sè un grande numero di cantieri per moltissimi anni dentro la nostra città e, soprattutto, che non elimina il rischio per la nostra comunità così come sostenuto dallo stesso progettista”.

Costanza Bonacossa

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