Sardegna Possibile prosegue il suo cammino verso l’inclusione e la partecipazione, un processo che oltre alla scrittura del programma politico ha come obbiettivo finale quello di creare una nuova e vitale percezione della politica. Michela Murgia assicura che il processo del bottom up non si esaurirà con la conclusione delle elezioni, tutt’altro: “è un modo per comunicare lo stile del ‘fare politica’ che vorremmo rimanesse sempre, qualunque sia il risultato delle elezioni”.
Prosegue: “da un lato vorremmo far vedere a voi come intendiamo fare politica e come la stiamo facendo, dall’altro è un modo per mostrare a tutti che un altro modo di fare politica, che parte dal basso, esiste, può essere utilizzato e dà risultati significativi proprio grazie alla condivisione dei saperi; perché non è vero che le persone sono portatrici di problemi e che la politica è portatrice di soluzioni, molte volte le soluzioni vengono dal basso e la politica in questi anni si è dimenticata di ascoltarle”.
Questa volta la meta selezionata è Olbia e il tema, senza dubbio non una scelta a caso, riguarda la gestione del territorio. I partecipanti si sono confrontati all’auditorium Deffenu sulla domanda: quali strumenti ci servono per riconoscere e dare valore ai nostri beni comuni?
Nel suo discorso di apertura la candidata si sofferma sull’attualità e sull’attinenza del tema al territorio “In Gallura avremmo dovuto parlare di trasporti ma ci sembra più urgente parlare di territorio, risorse e beni comuni e in questo avvicendamento abbiamo ritenuto che scegliere proprio Olbia, in questo momento, fosse necessario e simbolico per manifestare vicinanza alla città colpita e per manifestare il legame fra il tema di cui parleremo e le scelte che in questo territorio sono state fatte, non questo territorio come caso unico, ma come paradigma di scelte che si ritrovano, molto simili, in tutta la Sardegna”.
Coordinatrice della giornata è Rita Cannas ricercatrice universitaria che sottolinea quale relazione vi sia tra le variazioni climatiche e l’impatto che le comunità hanno sul territorio: quando parliamo di beni comuni, è molto importante tenere presente lo sfondo di cambiamento climatico in cui ci troviamo, un processo che è già reale, e sta modificando il clima, la temperatura, le condizioni di vita del nostro territorio e della nostra gente”.
Diverse le argomentazioni sviscerate nei tavoli tematici, dalla gestione degli usi civici all’energia passando per le questioni dell’urbanizzazione. Partendo da quest’ultima Diego Portas ingegnere edile che pone in evidenza come la poca conoscenza del territorio da parte dei cittadini influenzi le scelte di edificabilità del territorio, “un vuoto che negli ultimi decenni ha contribuito alla causa dei danni in anche in quest’ultima alluvione”.
Altro tema importante è stato quello delle energie l’ingegnere Scalas ha proposto il tema dell’energia e della gestione locale alla quale ha preso parte anche una rappresentante di Greenpeace, Caterina Nitto. Per Caterina è importante che si sviluppi una sinergia tra i comuni e imprenditori delle nuove tecnologie energetiche in modo tale che i cittadini abbiano un maggiore controllo non solo della produzione dell’energia ma anche dei costi in bolletta.
Le riflessioni sulla produzione energetica possono rappresentare una risposta all’attuale crisi del lavoro, è questa la posizione di Stefano Crespellani che pone in relazione la riduzione di consumo energetico per abitazione con la ristrutturazione degli stabili: “questo porterebbe ad un aumento di impieghi nell’edilizia. Cambiare dunque sia il modello di produzione che di consumo del comparto energetico”.