Ok al simbolo Progressisti di Sardegna, ma il Centro democratico non ci sta

Progressisti di Sardegna è  il simbolo con il quale la coalizione di centrosinistra ha deciso di correre alle suppletive per il collegio uninominale di Cagliari in programma il 20 gennaio. Il contrassegno è stato presentato oggi, in occasione della riunione dei rappresentanti dello schieramento, e sarà depositato in Corte d’Appello a Cagliari entro lunedì 17, assieme al nome del candidato governatore, il giornalista Andrea Frailis.

Al vertice degli alleati che si è tenuto nella sede del Pd in via Emilia, subito dopo la direzione regionale del Pd, hanno partecipato il segretario dem Emanuele Cani, Francesco Agus del Campo Progressista, Riccardo Lo Monaco di +Europa e Raimondo Perra del Psi. Mancavano alcune sigle, dunque. Assenti giustificati perché, nella maggior parte dei casi, le trattative che hanno portato al nome di Frailis si sono concluse ieri in modo informale. Resta solo da capire se +Europa e Centro Democratico aderiranno al progetto, posto che una decisione in controtendenza non inficerebbe la candidatura di Frailis. Entrambi hanno sottolineato la necessità di confrontarsi con le rispettive basi.

Ma sul nome di Frailis c’è già uno strappo. A poche ore dall’annuncio del candidato e dalla presentazione del simbolo il Centro Democratico fa sapere che il 20 gennaio non sosterrà Andrea Frailis. “Stimo e conosco da tanto tempo Frailis, ma trovo inaccettabile il metodo utilizzato per individuare il nome”, ha spiegato all’Ansa la coordinatrice del partito in Sardegna, Anna Maria Busia.

Mercoledì scorso la consigliera regionale ha partecipato al tavolo riunito per chiudere il cerchio su una figura “capace di rappresentare un perimetro molto ampio, magari di allargarlo, e possibilmente non iscritta ad alcun partito”. In effetti Frailis non ha tessere. Ma, precisa Busia, “stamattina è stato chiesto a quale gruppo aderirebbe il giornalista in caso di vittoria”. La risposta è stata: “Al Pd”. Inoltre, sempre oggi, “è comparso alla riunione il modulo prestampato con il simbolo e il nome del candidato”. Per questi motivi, ribadisce la coordinatrice di Centro Democratico, “ritengo che si sia trattato di un tavolo fasullo, con accordi inesistenti e decisioni non condivise ma evidentemente prese altrove”.

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