Nomine dirigenti, minoranza all’attacco. Mula (Psd’Az): “Sono solo accuse false”

Nel disegno di legge di assestamento di bilancio, oggi all’esame della terza commissione, “ci sono norme che nulla hanno a che vedere con il bilancio regionale”. L’attacco arriva dai banchi dell’opposizione e il capogruppo Psd’Az respinge le critiche: “Non conoscono le norme, sono solo accuse false”. Secondo Massimo Zedda dei Progressisti, “spicca una vera e propria norma intrusa, salva abusi, che, se approvata, interverrebbe in maniera goffa e irrituale sulle norme in materia di selezione dei dirigenti regionali, tanto da apparire, rispetto alle polemiche che hanno riguardato alcune nomine, come un’ammissione di colpevolezza”. La stessa obiezione è stata mossa dalla capogruppo del M5s Desirè Manca. “Una manovra maldestra della maggioranza  per coprire un tentativo di mettere al riparo delle nomine illegittime e accontentare i loro amici politici”. L’esponente pentastellata si riferisce alle nomine decise dal governatore Solinas di alcuni direttori generali, già oggetto di interrogazioni. Nel mirino della capogruppo 5 stelle, le scelte dell’ingegnere Antonio Pasquale Belloi alla direzione generale della Protezione civile e dell’avvocata Silvia Curto come dg della Regione. In entrambi i casi, ricorda Desiré Manca, “si chiedeva notizia dei curriculum”. Ma la risposta, commenta polemicamente, “è contenuta nell’assestamento di bilancio”.

La norma, definita intrusa dall’opposizione e poi ritirata dallo stesso centrodestra dopo gli emendamenti presentati da centrosinistra e M5s, era di fatto una revisione dell’attuale legge, secondo cui i Dg della Regione devono maturato cinque anni di esperienza dirigenziale nella pubblica amministrazione o aziende private. Col nuovo testo, il centrodestra voleva introdurre, per i manager esterni, la semplice “specializzazione professionale sulla base della formazione universitaria o post universitaria oppure attraverso esperienze di lavoro, anche di durata inferiore”.

“Nel tentativo di rallentare l’approvazione del disegno di legge di assestamento di bilancio – replica il capogruppo sardista, Franco Mula -, strumento indispensabile per il corretto funzionamento della macchina regionale e dei meccanismi di spesa, e che dovrebbe stare a cuore a tutti i consiglieri a prescindere dagli schieramenti, Massimo Zedda e Desirè Manca accusano la Giunta di avere inserito nel testo ‘norme intruse’, in riferimento al riordini di alcuni settori della macchina amministrativa regionale. È evidente che non si tratta di norme intruse, recando il testo il titolo ‘disposizioni varie’. Emerge la scarsa conoscenza delle stesse norme alle quali i consiglieri fanno riferimento”.

Il leader del Psd’Az in Consiglio regionale approfondisce gli aspetti tecnici della questione. “Zedda e Manca, infatti, dovrebbero tener presente che le leggi vigenti in materia di selezione dei dirigenti regionali debbono fare riferimento al decreto legislativo 165 del 2001, le cui disposizioni costituiscono norma fondamentale di riforma economico-sociale della Repubblica Italiana nella quale rientra la disciplina del rapporto di pubblico impiego; norme che si impongono anche alle Regioni a Statuto speciale e quindi alla Sardegna, come stabilito dalla Suprema Corte – spiega Mula, che difende l’operato della Giunta -. Il principio è ribadito dalla Corte Costituzionale nelle sentenze numero 189 del 2007, 160 del 2017 e 81 del 2019. I colleghi Zedda e Manca trascurano evidentemente il fatto che le funzioni dirigenziali nella struttura della Regione Sardegna possono essere affidate, secondo l’articolo 19 del decreto citato, a persone che abbiano conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e post universitaria, da pubblicazioni scientifiche e da concrete esperienze di lavoro maturate per almeno un quinquennio in organismi ed enti pubblici o privati, come ad esempio uno studio professionale. Caratteristiche possedute pienamente dai dirigenti in questione, fatti oggetto di attacchi inconsistenti sotto il profilo giuridico”.

L’esponente del partito di Solinas assicura che tutto è in regola. “La stessa legge regionale 31 del 1998, chiarisce la piena legittimità delle nomine in questione, e il riferimento ad essa non può prescindere dal collegamento al decreto 165 – norma di riforma socioeconomica – che interviene successivamente, così come le sentenze della Corte Costituzionale – aggiunge Mula -. Stupisce dunque che il consigliere Massimo Zedda, erede politico del presidente Pigliaru che si distinse per avere collezionato il massimo numero di leggi regionali bocciate dalla Consulta, invochi la presenza di norme intruse nell’assestamento di bilancio: quest’accusa è falsa. Anche alla collega Desirè Manca gioverebbe un maggiore approfondimento delle materie trattate, per evitare di avventurarsi in interpretazioni legislative scivolose”.

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