Morto Doddore Meloni, le reazioni della politica

“Una rabbia immensa nei confronti di quegli organi dello Stato che lo hanno lasciato morire in carcere. Una rabbia immensa, perché si sono colpevolmente sottovalutate le condizioni di salute di un uomo di 74 anni, perché si sono ignorati gli appelli di amici, familiari, avvocati e perché è morta la pietà”. Così il deputato di Articolo 1-Mdp Michele Piras commenta la morte di Salvatore “Doddore” Meloni, indipendentista sardo per il quale Piras scrisse una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiedendo un atto di clemenza, dopo che gli furono negati i domiciliari. “Umanità e vendetta, civiltà e barbarie, si sono affrontate, ancora una volta, in questa bruttissima vicenda – prosegue il parlamentare sardo – e hanno lasciato un cadavere per terra. E solo il silenzio di una clamorosa ingiustizia. È morto un uomo, maledizione. Non mi importa quali errori aveva commesso, non doveva morire”.

“Ci siamo sempre confrontati in modo civile e cordiale, pur avendo idee molto diverse. Oggi è una giornata triste per la politica sarda. Partecipo sentitamente al dolore dei familiari e dei compagni di partito di Doddore Meloni”. Così la deputata Caterina Pes (Pd) ha commentato la scomparsa dell’indipendentista.

“La scomparsa di Doddore Meloni è una vicenda triste, sotto il profilo umano e politico. Doddore è stato un uomo che ha combattuto per i suoi ideali, e lo ha fatto con una straordinaria passione, spesso con gesti eclatanti e persino estremi, sempre mossi dal forte attaccamento alla sua terra e ai valori dell’indipendentismo”. Il segretario del Pd Giuseppe Luigi Cucca commenta così la morte di Doddore. “Pur non condividendo le sue battaglie, e i modi con i quali le ha condotte – precisa Cucca – gli riconosco la forza delle sue idee, e la tenacia e il coraggio che ha sempre dimostrato per affermarle, e per questo merita tutto il nostro rispetto. Sugli aspetti giudiziari legati alla sua morte sarà necessario accertare l’esatto svolgimento dei fatti, e siamo certi che gli organi preposti non si sottrarranno a tale compito”.

“Con Doddore Meloni muore l’ultimo vero indipendentista sardo, ma non l’idea indipendentista che, come tutte le idee di libertà, è immortale”. Così Mario Borghezio, eurodeputato della Lega Nord. “Lo Stato italiano, troppo spesso indulgente verso chi delinque – attacca Borghezio – è stato sempre ostinatamente durissimo verso questo coraggioso combattente per la libertà della sua terra, autentico poeta della politica. Poco fa nell’aula di Strasburgo l’ho ricordato concludendo con queste parole: ‘La sua bella Sardegna sia orgogliosa di un simile alfiere, limpido e disinteressato lottatore per l’indipendenza dell’Isola’.

“Perché questo Stato ha lasciato morire in carcere (seppur in custodia in ospedale in questi ultimi giorni), dopo 66 giorni di sciopero ininterrotto della fame, l’indipendentista sardo Salvatore Meloni? Perché non gli sono stati concessi i domiciliari a fronte di un’età avanzata, 74 anni, e di un cumulo di condanne abbastanza leggero, considerando che si tratta di 4 anni e 8 mesi? Uno Stato che sta valutando di liberare il pluristragista e capo della Mafia, Totò Riina, uno Stato che per un omicidio fa scontare al massimo dieci anni, lascia morire di fame un uomo di 74 anni condannato solo per evasione fiscale e falso? Vicenda davvero oscura. Comunque addio ad uomo che ha creduto nelle sue idee indipendentiste e ha pagato fino in fondo, prezzo della sua ribellione. Addio Doddore”. Lo afferma Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e Responsabile Organizzazione e Territorio della Lega Nord.

“Chiediamo ufficialmente che il ministro della Giustizia faccia luce sull’intera vicenda attraverso una ispezione. Ai familiari le nostre piu’ sentite condoglianze”, ha affermato Saverio Romano, capogruppo Scelta Civica-Ala alla Camera dei Deputati.

“Credo ciò che dico, faccio ciò che credo. Penso che questa citazione di Victor Hugo sintetizzi bene la vita di Doddore Meloni”. Così l’ex parlamentare Piergiorgio Massidda. “Ricordo Doddore come un uomo appassionato e sincero. Da lui mi separavano un’idea diversa di Sardegna, non condividevo né il suo modo di far politica, né l’impostazione ideologica, ma gli riconoscevo una passione coinvolgente che trascinava chiunque lo incontrasse. Il carcere, lo sciopero della fame, il gravissimo silenzio delle Politica sulla sua vicenda pubblica sono una ferita per chiunque creda nella democrazia. Oggi mi vergogno di far parte delle Istituzioni che non sono riuscite a intervenire per salvargli la vita. A prescindere dalla sua vicenda giudiziaria che non conosco e non posso valutare Doddore era un uomo che ha amato la Sardegna ed è vissuto per il suo ideale. Il mio pensiero va in questo momento alla sua famiglia e alla comunità politica che ha saputo creare, che non dimenticherà certo la sua testimonianza. Oggi – conclude Massidda – senza di lui, siamo tutti più poveri”.

“Nonostante le differenze politiche che ci separano, abbiamo apprezzato lo spirito battagliero per i suoi ideali indipendentisti e di libertà della Sardegna”, ha detto il capogruppo regionale di Forza Italia, Pietro Pittalis. L’esponente degli azzurri rimarca anche il suo disappunto “per il mancato intervento da parte delle istituzioni pubbliche atte a garantire il fondamentale diritto alla salute dell’indipendentista, il cui stato si è aggravato con il protrarsi dello sciopero della fame. Ai familiari e alle persone a lui vicine esprimo anche a nome del gruppo di Forza Italia il più sentito cordoglio”.

 

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