La base aerea di Decimomannu, quasi deserta dopo la partenza delle forze aeree tedesche, potrebbe diventare sede della Scuola di volo internazionale per l’addestramento di piloti (Ifts, International Flight Training School). Il condizionale è d’obbligo perché, al momento, è ancora in corso la valutazione del ministero della Difesa e della Regione Sardegna sull’opportunità di localizzare il progetto nell’Isola, in attuazione dell’intesa raggiunta sulle
servitù militari.
Alla proposta avanzata dalla ministra Elisabetta Trenta (M5s), il governatore Francesco Pigliaru e i sindaci dei Comuni interessati guardano con molto interesse. La scuola avrebbe un altissimo grado di innovazione tecnologica e Decimo diventerebbe uno dei centri all’avanguardia nel settore: l’intero sistema addestrativo si svolgerà con l’utilizzo di tecnologie di simulazione virtuali, senza impiego di alcun armamento reale. L’investimento iniziale per l’adeguamento delle infrastrutture sarebbe di più di 40mln di euro, mentre l’indotto occupazionale arriverebbe a superare i 200 addetti civili.
Il progetto Ifts è stato presentato lo scorso 17 luglio a Londra in occasione dell’International Farnborough Air Show. Si tratta di una nuova realtà che opererà nel settore dell’addestramento dei piloti destinati alle linee di volo aerotattiche e che potenzierà l’offerta formativa già disponibile nella scuola dell’Aeronautica militare del 61 Stormo di Lecce. Previsti 20 corsi per piloti italiani più 60 per quelli di forze aeree estere. Perché Decimomannu? Per la presenza di un poligono altamente tecnologico come il Pisq. “Per il territorio – sottolinea la Regione – si tratterebbe del primo step di un piano di sviluppo su Decimomannu che prevede anche l’estensione della scuola di volo ai droni e la realizzazione di un centro di sorveglianza della regione mediterranea a duplice uso sistemico, ovvero per operazioni civili quali sorveglianza del mare e del territorio, Protezione civile e gestione emergenze, monitoraggio ambientale e degli incendi, monitoraggio delle infrastrutture e delle aree di crisi”.