Il Ministero dei beni culturali sta valutando la possibilità di impugnare la delibera regionale di adozione del Piano paesaggistico della Sardegna davanti al Tribunale amministrativo ma anche di proporre un ricorso alla Corte Costituzionale “basato sul conflitto di competenze tra Stato e Regione con contestuale richiesta di sospensiva della validità del Piano Cappellacci”.
Lo ha annunciato il sottosegretario del Mibac, Ilaria Borletti, replicando alle dichiarazioni del governatore Ugo Cappellacci e del capogruppo Pdl, Pietro Pittalis. La sospensiva sarebbe necessaria anche per evitare la coesistenza di due norme, il Piano paesaggistico regionale del 2006 e quello attuale, “spesso dissonanti tra loro”, chiarisce l’esponente del Governo. Inoltre, argomenta il sottosegretario, se è vero che la Regione gode di autonomia sulla procedura di redazione, “più sentenze della Corte Costituzionale hanno dichiarato illegittime norme regionali che si ponevano in contrasto con disposizioni previste dal Codice dei beni culturali”, a partire dall’articolo 135 che al comma 1 “dispone che la pianificazione paesaggistica sia effettuata congiuntamente tra Ministero e Regioni”.
“Al contrario del presidente Cappellacci, non sono in campagna elettorale e dunque mi è più facile guardare ai problemi e alle questioni dal punto di vista amministrativo e generale del bene comune, inteso come cosa pubblica – osserva Borletti che nella sua replica ha fatto capire al governatore di aver letto attentamente la delibera della Giunta – Al netto delle fantasiose definizioni usate nel dibattito, il vero punto in discussione sono però i poteri dello Stato, inteso come centrale e decentrato nelle regioni, e il loro interno equilibrio. Non bazzecole”.