È a rischio il bando Anas per eliminare gli svincoli della statale 131, pubblicato dalla spa nazionale delle strade lo scorso 17 aprile. A sollevare il caso è il ministero delle Infrastrutture (Mit) che considera la gara “in contrasto con tutto il quadro normativo di realizzazione delle opere pubbliche”, hanno scritto gli uffici guidati da Graziano Delrio.
La notizia è stata ripresa dall’ex assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, dimissionario lo scorso 29 maggio e che una settimana prima, all’indomani della pubblicazione del bando, aveva parlato di “gara dubbia” (leggi qui). Una posizione, quella dell’ex esponente della Giunta, che adesso trova conferma nella lettera invita dal Mit all’Anas.
Il bando riguarda la cancellazione di quattro vincoli a raso, a Paulilatino, Macomer, Bonorva e Codrongianos. Ha durata quadriennale ed è suddiviso in tre lotti da 45 milioni di euro ciascuno. Il numero 1 dal chilometro 158,000 al 162,700, da Bonorva a Giave; il lotto 2 dal chilometro 108,300 al km 158,000, da Milis a Bonorva; il lotto 3 dal chilometro 162,700 al km 209,500, da Giave a Sassari”. La particolarità è che l’Anas ha bandito la gara attraverso l’accordo quadro, quindi senza i progetti esecutivi ma solo quelli definitivi.
È proprio questo uno dei punti che il Mit contesta, sottolineando che tale procedura, come previsto dal nuovo Codice degli appalti, non si può applicare al bando della statale 131 perché “disattende completamente la qualità tecnica delle opere e la certezza su tempi e costi di realizzazione”. Per il ministero delle Infrastrutture, il ricorso all’accordo quadro “deve essere limitato, oltre che ai servizi e alle forniture, ai soli lavori di manutenzione o comunque aventi caratteri di ripetitività e serialità, ovvero da effettuarsi con una serie di interventi, non predeterminati nel numero”. E ancora: “L’accordo quadro non può essere usato per opere racchiuse in un progetto unitario (come gli svincoli della 131). In questi casi bisogna passare per uno specifico bando per individuare l’operatore economico in grado di realizzarlo alle migliori condizioni tecnico-economiche”.
Qui la lettera del Mit a firma del direttore generale Ornella Segnalini
Sul merito del bando il Mit osserva: “Assenza di un progetto che non consente agli operatori di predisporre un’adeguata offerta; insufficienza di elenco prezzi, capitolato generale e altri documenti; possibile insufficienza delle risorse stimate, col rischio che il lavoro non venga completato qualora quelle disponibili fossero esaurite; impropria e ingiustificata dilatazione dei tempi dell’accordo”.
Maninchedda, nel suo blog “Sardegna e libertà“, ha scritto un pezzo dal titolo “Anas, ora mi danno ragione. Ma non c’è un giudice a Berlino”. E sottolinea: “Dinanzi a queste porcherie di Stato non si dovrebbe far affidamento solo sull’onestà di alcuni alti dirigenti della Repubblica. Bisognerebbe, piuttosto, guidare una pacifica rivoluzione civile per impedire che queste cose accadano e riaccadano e riaccadano”.
Al Mit attendono adesso le controdeduzioni dell’Anas. Ma nel frattempo non si esclude in intervento da parte dell’Anas, l’Autorità nazionale per l’anticorruzione, presieduta da Raffaele Cantone e a cui spetta vigilare sulla regolarità degli appalti pubblici. (al. car.)