C’è anche Antonio Luigi Medardi tra i componenti della ricostituita commissione sulle attività cooperativistiche della Sardegna (guarda), nominata pochi giorni fa su proposta dell’assessorato regionale al Lavoro Virginia Mura. Il compito del team, composto dallo stesso esponente dell’esecutivo e da quattro rappresentanti delle coop riconosciute dalla Regione, è quello di fornire un parere sulla distribuzione dei denari del fondo per le attività cooperativistiche in Sardegna. Si tratta dello stesso Medardi che nell’aprile scorso, grazie alla prescrizione, ha evitato una condanna a cinque anni e mezzo per peculato, nell’ambito del processo Fideuram, uno dei più clamorosi scandali politico-finanziari avvenuti in Sardegna negli ultimi decenni. Non ha invece potuto scansare, per quei fatti, la magistratura contabile: con sentenza defintiva la prima sezione giurisdizionale della Corte dei conti di Roma ha condannato Medardi a risarcire “in favore dell’Erario regionale” e della Coopfin, che presiedeva all’epoca dei fatti, ben 7,9 milioni di euro. Gli “illeciti oggetto del giudizio – si legge nel dispositivo – si riferiscono all’investimento in uno strumento finanziario di rischio emesso da banca Fideuram, di denaro di pertinenza della Regione e allocato nel Fondo di dotazione della Coopfin”. Questo per quanto attiene la Corte dei conti.
Al centro dell’inchiesta penale invece, c’era la promotrice finanziaria Gabriella Ranno, che grazie a una fitta rete di relazioni, contratti e documenti falsificati, oltre a un giro di mazzette e regalie – come la stessa Ranno aveva ammesso in aula – era riuscita a piazzare i suoi fondi di investimento in alcuni enti strumentali della Regione. Per le casse pubbliche, un danno da decine di milioni, posto che si trattava di fondi ad alto rischio.
In primo grado, come detto, Medardi fu condannato a cinque anni e sei mesi per peculato. I giudici d’appello avevano poi derubricato il reato di peculato in abuso d’ufficio e nel 2012 erano arrivate le prescrizioni. La Corte di Cassazione però aveva annullato la sentenza di secondo grado e, accogliendo la tesi della procura cagliaritana, aveva confermato il peculato e disposto un nuovo processo. Ma i giudici romani avevano commesso un errore di calcolo sui tempi (leggi) e alla fine gli imputati, tra cui appunto Medardi, beneficiarono della prescrizione. Oggi, su designazione di Confcooperative, il nuovo incarico in Regione.
Pablo Sole