Mattarella a Cagliari inaugura l’anno scolastico: “Serve una scuola inclusiva, inaccettabili i divari tra le persone e tra i territori”

di Andrea Tramonte

Una scuola che sia in grado di ridurre il divario tra le persone e tra i territori, che non lasci indietro nessuno e contribuisca a dare piena attuazione alla nostra Carta fondamentale. È l’idea di Sergio Mattarella che oggi è intervenuto a Cagliari in occasione dell’iniziativa “Tutti a scuola” nella sua edizione numero 24, dopo la prima voluta dall’ex presidente Carlo Azeglio Ciampi che ha voluto ricordare a otto anni dalla scomparsa. “L’abbandono scolastico è una piaga ancora presente nonostante l’impegno e la dedizione degli insegnanti: sarebbe una sconfitta inaccettabile se lo Stato si arrendesse”, ha detto il presidente della Repubblica: un messaggio che ha ancora più senso perché lanciato a Cagliari, capoluogo di una Regione che ha tassi di dispersione scolastica altissimi.

“La scuola è decisiva – rivendica il presidente -, per tutte e per tutti. Bisogna lavorare per rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impedisce ai giovani di frequentarla”. Mattarella disegna un ideale di scuola inclusiva, in cui l’integrazione sia la stella polare dell’azione delle istituzioni e di chi la scuola la vive quotidianamente: “Inclusione di portatori di disabilità, di ragazze e ragazzi meno abbienti, di immigrati. L’impegno ci viene chiesto dalla Costituzione ed è anche un investimento sulla società del futuro, per il bene della collettività. Ridurre inoltre i divari tra territori su cui si proiettano i diritti di cittadinanza è un impegno a cui ci chiama la Costituzione”.  

Un saluto ai ministri a Cagliari – quello dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, e quello dello Sport Andrea Abodi -, ad Alessandra Todde e a Massimo Zedda e ovviamente a “totta sa genti sarda”, dice Mattarella scatenando la reazione entusiasta dei giovanissimi seduti ad ascoltarlo. Quella del presidente è una difesa strenua della scuola e del suo valore imprescindibile nella società, specie in un mondo che “reclama sempre più sapere e preparazione” e che “educa a essere cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doversi, dove si sviluppa il senso di comunità. In un tempo con l’assillo del presente si rischia di dimenticare che l’impegno educativo è un pilastro della Repubblica: il futuro della società dipende dalla qualità dell’educazione e quindi la scuola ha bisogno di risorse adeguate, di cura e idee”.

Quindi il pensiero va anche a professori, presidi, “ai quali si chiede molto a fronte di retribuzioni non all’altezza di altri paesi europei ed è un problema che va affrontato concretamente, con la consapevolezza e l’orgoglio di ricoprire un ruolo prezioso”. E poi alle piaghe del bullismo, richiamate sul palco con la madre di Andrea Manes che si era tolto la vittima per essere stato vittima di cyber-vessazioni: “Bisogna reprime e allo stesso tempo prevenire, incidendo sulle cause profonde. Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte ai tanti episodi di cronaca, diversi ma intollerabili. C’è un disagio dei giovani che si mescola e si sovrappone alle loro straordinarie qualità e generosità. Bisogna rompere il muro del silenzio e costruire occasioni di dialogo e di crescita”.

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