I moderati sardi provano a misurarsi la pressione, politicamente parlando, specie adesso che la morte di Silvio Berlusconi può facilitare anche nell’Isola l’apertura di un vuoto di consenso. Il tavolo si apre domani a Nuoro, dove i fondatori di ‘Sardegna al centro 20venti’, Antonello Peru e Stefano Tunis, cercano alleati per coprire i territori dove sono più deboli.
Quella di Nuoro non è la prima uscita per Peru e Tunis che mesi fa hanno fatto il loro esordio a Sassari, facendo il pieno di voti. Quella, del resto, è la roccaforte di Peru, mentre Tunis ha la sua base a Cagliari. La Barbagia è invece un territorio dove il nuovo movimento non esiste. Ecco che lì può essere utile Azione, il partito di Carlo Calenda guidato nell’Isola nell’ex dem Giuseppe Luigi Cucca, fresco di allontanamento dall’Italia viva di Matteo Renzi.
La posizione di Azione un po’ sorprende, perché la scorsa settimana il partito di Cucca ha partecipato al battesimo della coalizione di centrosinistra da 21 liste, anche se mancavano ‘Sardegna chiama Sardegna’ e Italia Viva. I calendiani, invece, c’erano, ma a ben vedere non vogliono chiudersi alcuna possibilità. Tanto che all’Ansa, Antonio Avino dice di aver partecipato al vertice di Cagliari solo per ascoltare.
Tunis e Peru sono organici al centrodestra di Christian Solinas, una posizione che fa venire in mente le parole di Piero Comandini, leader del Pd sardo che la scorsa settimana ha chiuso la porta a chi ha “sostenuto, difeso e appoggiato questa maggioranza in Regione”. Peru, però, dà l’impressione di non voler sentire a quell’orecchio e dice: “Centrodestra o centrosinistra al momento non è importante”, segno che un pensierino sul cambio di schieramento magari ce lo stanno facendo. Anche fingendo di non aver ben compreso le parole di Comandini.
Ancora Peru: “Abbiamo esteso l’invito alle forze centriste, come i Riformatori, l’Udc, l’Uds e la Dc – spiega ancora all’Ansa -: vogliamo cominciare un percorso confederato, indipendente, dove ognuno potrà presentare la propria lista ma con un obiettivo e una visione comune. Noi lanciamo la nostra idea di Sardegna e vedremo chi è affine a noi, chi verrà a bussare alla nostra porta”. Quindi proprio sul centrosinistra aggiunge: “Se loro promuovono una sommatoria di sigle a prescindere dai contenuti e solo per sconfiggere qualcuno, non mi sembra una buona partenza”, dice in uno stile che ricorda la favola della volpe e l’uva.
Di certo a Nuoro domani i Riformatori non ci saranno: i liberal democratici hanno fatto da stampella a Solinas anche nei giorni durissimi dello scontro tra stadio e ospedale a Sant’Elia, facendo sentire il presidente meno solo. L’assenza dei Riformatori dall’appuntamento con le forze centriste nasce dal fatto che i liberal democratici cominceranno da venerdì 14 un proprio percorso in vista delle Regionali di febbraio 2024 con una riunione a Oristano. Ci sarà poi un passaggio a Sassari il 29 settembre per discutere sul leader e infine l’incontro a Cagliari il 17 novembre per definire le liste.