Lo strano “dream” del centrodestra sardo: una legge che elenca tutti i problemi che non ha risolto. INTERVENTO di SiLVANO TAGLIAGAMBE

Se letta in questa chiave la proposta di legge a cui sto facendo riferimento non è altro che l’inventario di tutti gli enormi problemi di cui la Giunta regionale in carica si sarebbe dovuta occupare e che avrebbe dovuto affrontare e cercare di risolvere senza riuscire non solo a farlo, ma neppure a preoccuparsi di farlo, in tutt’altre faccende affaccendata com’era e com’è. Questa esplicita confessione di impotenza e di disinteresse per le sorti del sistema sociale affidato alle loro mani da parte di tanti e tanto autorevoli esponenti della maggioranza al governo della regione e questo tardivo e improduttivo sogno di ribaltamento sono la migliore prova di quanta ragione abbia chi, come me, ha di recente affermato che per essere credibile la politica ha oggi bisogno di un rinnovamento vero e radicale, di un’inversione di rotta netta rispetto alle pratiche attualmente vigenti.

Ha bisogno, in particolare, non di improbabili sogni e di visioni palingenetiche, ma di “un programma, di obiettivi espliciti e realizzabili, di contenuti chiari e all’altezza degli enormi problemi da affrontare per innescare un autentico cambiamento che dia alla Sardegna una rotta capace di arrestarne il degrado sociale e culturale e il declino politico ed economico e di invertire la tendenza, favorendo un nuovo sviluppo. Ha però soprattutto necessità di una squadra di governo autorevole, competente e credibile, composta di donne e uomini la cui reputazione non abbia bisogno di essere costruita attraverso più o meno abili operazioni di marketing, ma sia attestata dalle cose che hanno fatto, dalla rete di relazioni in cui sono inseriti e che sono in grado di attivare, dalla capacità di attrazione di ciascuno di essi nello spazio di comunicazione e di azione al quale accede, dalla solidità delle credenziali di cui dispone nel campo professionale in cui opera (qualunque campo professionale e qualunque lavoro dignitoso)”.

Ha bisogno, cioè, di spazzar via tutti coloro che, per mascherare la loro impotenza passata e presente, si rifugiano nei sogni e si illudono di poter gabbare, ancora una volta, gli elettori con questi loro artifizi retorici e dialettici. Dietro i quali, oltre tutto si intravede chiaramente l’autentico proposito che, ancora una volta, viene perseguito. Quello di preservare il sistema di potere in atto, accentuandone ancora di più lo scioglimento da qualunque serio vincolo e controllo. Come risulta chiaramente dal sesto comma dell’art. 1 della proposta di legge, in cui viene detto, non certo a caso, che “La Regione, per il tramite delle direzioni regionali, può affidare alla società Sardegna Sviluppo e Promozione compiti sulla base di specifici progetti denominati ‘progetti speciali’, con risorse di competenza delle medesime direzioni, che provvedono a dare esecuzione con propri atti, alle parti del progetto di propria competenza”.

La conclusione? La possiamo trarre dal comma 1 dell’art. conclusivo n 33 “Norma finanziaria”: Agli oneri derivanti dall’attuazione dell’articolo 1, valutati in euro 3.000.000 a decorrere dall’anno 2013, si provvede a valere sulle risorse iscritte nell’UPB S06.02.002 (Promozione e propaganda turistica)”. PROMOZIONE e PROPAGANDA, appunto, non turistica, ma della Giunta al governo e del sistema politico che la sostiene. E che, proprio in quanto capaci solo di gesti propagandistici, devono essere spazzati via, per far posto a interpreti nuovi, capaci di cogliere e realizzare quello che è il nucleo autentico e profondo del sogno di Martin Luther King al quale mi sono qui ampiamente riferito e che faccio mio: quello di “trasformare le stridenti discordanze della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fraternità”. Un messaggio stupendo, forte e chiaro, autentico e profondo, che valeva per l’America di cinquant’anni fa e che vale in tutto e per tutto anche per la Sardegna di oggi.

Silvano Tagliagambe

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