Lo strano “dream” del centrodestra sardo: una legge che elenca tutti i problemi che non ha risolto. INTERVENTO di SiLVANO TAGLIAGAMBE

Che sia un progetto tanto ambizioso da poter essere assimilato al sogno di Luther King di far diventare piani i luoghi scoscesi e dritti i luoghi tortuosi non c’è alcun dubbio. Si tratta infatti di “inventariare tutte le attività produttive esistenti, in modo da poterle inserire in un sistema organico di monitoraggio, industriale/artigianale e commerciale, indirizzato a promuovere e sostenere l’ottimizzazione di tutte le iniziative che dimostrino capacità di rappresentare specificità e peculiarità legate alla storia e alla tradizione della Sardegna, con particolare riguardo per quelle operanti nei settori dell’agricoltura, dell’allevamento, dell’industria manifatturiera a questi collegata, nell’artigianato, nel turismo e nella cultura”.

Per incidere efficacemente sulle attività elencate, la potente leva costituita da Sardegna promozione dovrà innanzi tutto venir ribattezzata, con l’aggiunta fondamentale e salvifica del termine “sviluppo”, in modo da poter, così potenziata, operare per rendere possibile:
un’agricoltura modernizzata, specializzata e di qualità, soprattutto a indirizzo biologico, capace di offrire ai mercati internazionali più esigenti le specialità ottenibili dal meglio della tradizione contadina dell’Isola, facendo cuneo prioritario con quelle certificate o certificabili da un marchio di qualità;
una zootecnia innovativa e selezionata nell’ottenimento di articoli d’eccellenza: siano essi indirizzati all’impiego in campo alimentare, siano altri, invece, diretti alla trasformazione in prodotti di tipo sanitario-cosmetico, siano, infine, diretti all’industria manifatturiera tessile per filati e pellami pregiati, e in quella della produzione energetica ecosostenibile secondo il sistema a biomasse;
il rinnovo dell’attività della pesca, sia nei metodi di cattura, sia nei sistemi di allevamento, e sia nelle attrezzature, che dovranno esprimere il meglio consentito dalle esperienze e dalle tecnologie più moderne e aggiornate;
- un’industria peschiera che sia in grado di presentare a tutti gli amanti dei prodotti del mare i più pregiati articoli del Mediterraneo, lavorati da una organizzazione peschereccia di primato qualitativo assoluto;
un sistema di produttività integrato organizzato secondo il sistema della filiera corta, che faccia capo a piattaforme mercantili innovative e specializzate, i cui prodotti rappresentino sempre e rigidamente il meglio del “Made in Italy” la “qualità Sardegna”, e siano sempre forniti di certificati di eccellenza e chiara tracciabilità dalla terra o dal mare da cui provengono, fino alla tavola del consumatore;
la predisposizione di un innovativo tessuto industriale manifatturiero a tecnologia avanzata, idoneo alla lavorazione e alla trasformazione di prodotti sardi di eccellenza, da organizzare seguendo il principio di trasformazione e nobilitazione delle filiere corte multi-sito, che operino in armonica sinergia con gli aspetti naturalistici e le peculiarità dell’ambiente sardo e con le specificità di una tradizione che da tempo è sinonimo di arte e cultura nel mondo;
un piano capace di incanalare il turismo culturale verso l’entroterra, a vantaggio di tutte quelle piccole comunità che fino ad oggi rimangono escluse da questo importante settore dell’economia regionale e che stanno rischiando di scomparire per effetto di un progressivo e inarrestabile spopolamento;
un calendario in grado di dilatare la stagione della vacanza in Sardegna, per tutti i dodici mesi dell’anno, sviluppando un comparto di accoglienza rurale di qualità e classe e coinvolgendo, nella ritrovata vitalità delle campagne, tutti i centri storici dei paesi dell’interno, che verranno saggiamente animati settimanalmente per l’intero anno con suggestive ritualità pagane e sagre religiose provenienti dalla ricchissima tradizione del folklore sardo; tale prospettiva richiama alla mente l’urgente necessità di rivalutare la scuola di formazione, soprattutto per i giovani, per adattarla e uniformarla alle nuove professionalità emergenti per un saggio impiego delle molteplici risorse storiche dei nostri paesi e delle nostre città; gli episodi del profondo trascorso sardo devono essere valorizzati per il ricco turismo culturale, che è molto sensibile a tutte le testimonianze del passato e particolarmente incline a visitare e permanere nei luoghi ricchi di tradizioni rurali antiche, come quelle che la Sardegna è ampiamente in grado di offrire per tutto l’arco dell’anno, anche con il supporto efficacissimo delle parrocchie e delle Pro loco;

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