“Lingua sarda discriminata in Rai”, monta la protesta contro il Governo

La riforma Rai, così com’è stata approvata dal Senato, discrimina di fatto la Sardegna e la lingua sarda. A denunciarlo, anche nell’Aula di Palazzo Madama, è il senatore di Sel Luciano Uras che ricorda come l’Italia sia “in ritardo di 24 anni nel recepimento della Carta europea per la Tutela delle minoranze linguistiche europee”.

“A Lipsia c’è una cattedra di sardo – spiega Uras – e qui invece la Sardegna è ancora discriminata. In questo disegno di legge sulla Rai, ad esempio, nella parte in cui si parla di produzione e trasmissione di programmi nella lingua delle varie minoranze, vengono prese in considerazione solo lo sloveno, il tedesco, il francese e il ladino. Ma non il sardo che invece è una lingua antica, forse la più antica tra quelle tutelate. Una lingua neolatina di derivazione diretta”.

“Nei criteri direttivi che si danno in ragione della delega, infatti – aggiunge il senatore di Sel – la lettera d) include le lingue tedesca, ladina, francese, slovena, ed esclude la lingua sarda. Una discriminazione inaccettabile” anche perché “l’unificazione non può essere una guerra di dominazione che non finisce mai, ma un processo” di integrazione, di rispetto e comprensione della varie culture.

In Italia, insiste Uras, “non recepiamo ancora la Carta europea perché arrivano governi che hanno conservato la cultura nazionalista antica, prerisorgimentale, arcaica, roba da aristocrazia sabauda, e l’hanno conservata sino ad oggi”. Per ovviare a questa discriminazione che si è determinata anche con la riforma Rai, è l’appello del senatore di Sel, “si fissi, entro una settimana o dieci giorni dalla ripresa, la discussione del disegno di legge firmato dal senatore Francesco Palermo (Aut) per la Ratifica ed esecuzione della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, fatta a Strasburgo il 5 novembre 1992, colmando così l’enorme ritardo accumulato dall’Italia sul tema delle minoranze”. “A questa lesione – conclude – abbiamo il dovere di rimediare”.

“E’ scandalosamente grave la scelta del Governo nazionale di bocciare un emendamento che, al pari delle lingue minoritarie italiane, aumentava le opportunità interne alla Rai e al sistema del servizio pubblico di valorizzare la nostra lingua”. A rincarare la dose è il segretario regionale di Sel, Luca Pizzuto. “Il governo risponda su come mai vengono valorizzate e tutelate le minoranze linguistiche delle Province autonome di Trento e Bolzano e quella slava eccetto quella sarda. E’ importante che la Regione verifichi con il Governo queste e altre discriminazioni, come quella sulle risorse per le alluvioni, che il nostro popolo – aggiunge Pizzuto – sta subendo da un Governo nazionale che non ascolta le esigenze della nostra isola”.

Della questione potrebbe occuparsi anche la Giunta regionale, convocata per venerdì 7, dopo la sollecitazione al governatore arrivata dall’assessore Paolo Maninchedda, presidente del Partito dei Sardi. Nel frattempo si moltiplicano gli appelli ai parlamentari sardi – gli ultimi sono firmati dai consiglieri regionali dei Rossomori Paolo Zedda ed Emilio Usula – affinchè si attivino “perché ciò che è successo ieri non si ripeta”. I due esponenti della maggioranza auspicano che “si ponga rimedio nella prossima approvazione della legge di ratifica della Carta europea delle lingue, attualmente all’esame delle commissioni. Altrimenti – questo il loro monito – andremmo incontro alla peggiore catastrofe culturale della nostra storia. Il sardo – spiegano – è la più antica, la più ricca di letteratura propria e, di gran lunga, la più parlata tra le lingue minoritarie diffuse in territorio italiano. Al contrario, è quella che gode del livello di tutela più basso. E con un livello di sostegno così debole è destinata a scomparire”.

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