“Rovesceremo pronostici e sondaggi per dimostrare che il Paese non torna indietro”, lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, durante il comizio a Cagliari a cui hanno preso parte circa 1.500 persone.
Lavoro, sanità, giovani, istruzione i temi riproposti da Letta dopo la conferenza stampa di stamattina. Soprattutto a proposito dei giovani ha ricordato: “Quando era ministra delle Politiche giovanili Giorgia Meloni la disoccupazione giovanile è balzata dal 21 al 31%”.
Prima di Letta sono saliti sul palco di Piazza del Carmine i candidati sardi presenti: Romina Mura, Marco Meloni, Silvio Lai, Giovanni Lilliu, Maria Del Zompo, Andrea Frailis, Patrizia Desole, Franca Fara, Antonio Solinas. Questa sera Letta terrà il comizio conclusivo al Teatro Verdi di Sassari.
Intanto, dopo le dichiarazioni rilasciate durante la conferenza stampa di questa mattina e l’attacco alla Giunta Solinas, arriva la replica del presidente della Regione che invita il segretario del Pd a prendere “un caffè per commentare l’esito del voto del 25 settembre, e per verificare chi ha avuto lo sfratto dagli elettori – ha detto Solinas -. Magari Letta scoprirà di averlo ricevuto lui insieme ai suoi sodali”.
“Nel suo frettoloso tour, che forse non gli ha dato occasione, dato il poco tempo a disposizione, per riflettere sui disastri compiuti dalla sinistra nei suoi anni di guida della Regione sarda. Sarebbe stato più opportuno – prosegue Solinas – che il segretario del Pd recitasse un salutare mea culpa per il disastro seminato nella sanità pubblica, la chiusura dei piccoli ospedali, il blocco del turnover per medici e infermieri, le opere pubbliche promesse e mai realizzate”.
Dello stesso tenore la replica dell’assessore della Sanità, Mario Nieddu: “Il segretario del Pd ha probabilmente dimenticato che è stato proprio il suo partito e la sinistra al governo della Regione, nella precedente legislatura, a lasciare in macerie la sanità della Sardegna – ha scritto in una nota -. Abbiamo preso in mano una situazione in cui tagli per quasi venti milioni di euro sul personale, il blocco del turnover e i gravi ritardi sull’assistenza primaria hanno tolto ossigeno ai nostri ospedali e impoverito l’assistenza territoriale”.