Mentre la Toscana è diventata la prima Regione italiana ad approvare la legge “Liberi subito”, promossa dall’associazione Luca Coscioni e basata sulla storica sentenza della Corte Costituzionale relativa al caso Cappato – Dj Fabo, in Sardegna la situazione è in fase di stallo e il percorso legislativo sembra essere bloccato. La proposta di legge, presentata per la prima volta nel 2023 e nuovamente depositata nel novembre 2024, con il pieno sostegno dei gruppi di maggioranza del Consiglio regionale, non è ancora stata discussa. L’Aula aveva promesso che la legge sarebbe stata votata come primo provvedimento del 2025, subito dopo il bilancio. Tuttavia, a oggi, l’esame del testo non è ancora iniziato, nonostante l’assegnazione alla Commissione sanità il 15 novembre scorso.
Durante la conferenza stampa di presentazione della nuova proposta erano presenti figure chiave come Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, il presidente del Consiglio regionale e segretario del Pd Piero Comandini, e i capigruppo del Campo largo. L’impegno preso era chiaro: la Sardegna sarebbe stata tra le prime regioni ad approvare la legge sul fine vita. Tuttavia, le recenti emergenze politiche, come la gestione delle aree idonee per le rinnovabili e la sanità, hanno ritardato l’iter legislativo.
“Siamo consapevoli della situazione politica particolare che sta vivendo Regione, ci auguriamo però che la conseguenza non sia quella di bloccare la legge “Liberi subito” – si legge in una nota dell’associazione -. Chiediamo dunque che sia avviata al più presto la discussione nel Consiglio regionale della Sardegna per offrire a ogni cittadino le stesse garanzie e diritti, affinché il riconoscimento della dignità personale non resti un diritto esistente solo sulla carta, ostaggio di ostacoli burocratici e boicottaggi, ma diventi una realtà per l’intera comunità”.