Legge suini, la segreteria Pd: “Rispetto della tradizione, ma anche delle regole”

“La polemica innescata in questi giorni da una certa parte politica sulla legge regionale 28/2008 per la suinicoltura, non è altro che un becero tentativo di anticipare la campagna elettorale alimentando, con false argomentazione, diatribe vuote di contenuti”. Lo scrivono in una nota il segretario del Pd, Emanuele Cani, e il vice Franco Sabatini. “La nuova legge – è la precisazione già ribadita dal gruppo dem in Consiglio regionale – non introduce misure in danno agli allevatori di tipo familiare”. Cani e Sabatini dicono che “nulla cambia per chi decide di allevare maiali e produrre maialetti: si richiede solo una opportuna registrazione finalizzata al censimento e alla regolarizzazione delle attività, come hanno fatto oltre 6.000 produttori dal 2010 a oggi 566”.

Il segretario e il vice del Pd chiariscono ancora: “La registrazione ha lo scopo di combattere quelle forme di allevamento che non rispettano le norme sanitarie e del mercato. Il nostro obiettivo non è certo quello di disconoscere le antiche tradizioni del settore agropastorale, ma queste necessitano di essere regolamentate. I detrattori della legge, tra cui Cappellacci che, a quanto pare, si è fatto portavoce, abbaiano alla luna, inutilmente, consci della propria inconsistenza politica, e privi di una reale vocazione alla risoluzione dei problemi della Sardegna. Se, anziché affannarsi per cercare appigli su cui basare una propaganda politica inconsistente e senza corpo, si fossero informati obiettivamente sulla portata degli strascichi connessi alla peste suina nell’Isola, avrebbero compreso che lo scopo della legge è solo quello di contribuire a debellare un problema annoso che, ogni anno, si abbatte sulle piccole e medie aziende, spesso decretandone la fine”.

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