Approda in Tribunale il mancato rispetto della rappresentanza di genere nella legge elettorale in vigore in Sardegna. Promotori della battaglia che dal piano politico si sposta su quello giudiziario, sono gli ex esponenti di Sel – pronti ora a confluire nel nuovo campo progressista di Giuliano Pisapia – Luciano Uras (senatore), Francesca Ghirra (assessora all’Urbanistica del comune di Cagliari), Claudia Firino (assessora alla Cultura della Regione), e Ignazio Tolu (sub commissario della provincia del sud Sardegna). La prima udienza davanti al giudice civile di Cagliari dopo l’azione legale intrapresa dagli ex Sel contro il Consiglio regionale, è fissata per il 13 ottobre prossimo. Si è invece sfilato dal contenzioso, il consigliere regionale Francesco Agus, che ha notificato l’atto di rinuncia “ma solo al fine di evitare inutili e costose perdite di tempo per gli uffici del Consiglio”, ha precisato.
Nei giorni scorsi si è posto infatti il problema della decadenza da consigliere per il sopraggiungere di una delle cause di ineleggibilità previste dalla legge, per cui non non può essere eletto chi è parte in un procedimento civile o amministrativo con la Regione. Norma che, secondo Agus, “sarebbe comunque inapplicabile in questo caso”. Per gli stessi motivi, risulterebbe a rischio decadenza anche l’assessora Firino, che però non ha ritirato l’azione perché, ha spiegato, “non ho ricevuto alcuna nota formale dell’ufficio legale”. Sulla questione è intervenuto in modo netto il senatore Uras. “Con quale autorevolezza l’ufficio legale del Consiglio valuta la posizione di Agus e Firino, con quale autorità – si è chiesto – visto che dovrebbe agire sulla base di quello che dice l’ufficio di Presidenza?. Tutto questo – ha chiarito il parlamentare sardo – suona un po’ come una minaccia: tu fai la battaglia per le donne e noi ti facciamo decadere”. Battaglia cominciata il 30 gennaio scorso quando l’atto è stato protocollato negli uffici del Consiglio regionale. All’origine della citazione il fatto che alle ultime consultazioni regionali “il diritto di voto è stato esercitato in mancanza del rispetto delle garanzie costituzionali in tema di rappresentanza di genere”. Tanto è vero che le donne elette sono risultate solo quattro. Peggio della Sardegna sono messe solo l’Abruzzo, la Basilicata e la Calabria. Una svolta è attesa a breve: il presidente dell’Assemblea, Gianfranco Ganau, ha infatti illustrato ai capigruppo una proposta di riforma che introduce la doppia preferenza di genere.