Legge elettorale sarda, gli ex comitati del No: “Stop al presidenzialismo”

Una nuova legge elettorale per la Sardegna, “capace di offrire al contempo stabilità e rappresentatività e di superare le distorsioni anti-democratiche della norma con cui si è andati al voto nel febbraio 2014”. La proposta arriva dal Coordinamento regionale dei comitati nato sulla scorta della mobilitazione per il referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre. “Sistema proporzionale, abolizione delle soglie di sbarramento e collegi plurinominali, possibilità, quindi, di eleggere più di un candidato nello stesso collegio attraverso la doppia preferenza di genere. E, ancora, abolizione del presidenzialismo e del premio di maggioranza”: in pillole è questa la ricetta presentata oggi a Cagliari da Marco Ligas, Omar Chessa, Ottavio Olita e Lucia Chessa. In pratica, una richiesta di trasformazione radicale dell’attuale legge elettorale che sarà accompagnata da una petizione popolare. La palla ora passa al Consiglio e alle forze politiche che siedono in Via Roma.

Al proporzionale, all’abolizione del presidenzialismo e alla scomparsa del premio di maggioranza possono associarsi un’eccessiva frammentazione del quadro politico e, dunque, un’instabilità di fondo della legislatura. Ma per i proponenti esistono dei correttivi. A partire dalla dimensione dei collegi: devono essere di dimensioni tali da innescare l’aggregazione delle forze politiche mentre fanno salva l’offerta politica. Viene, poi, avvertita come necessaria l’introduzione di meccanismi per stabilizzare il rapporto tra l’esecutivo e il Consiglio regionale nell’ambito del nuovo modello d’ispirazione parlamentarista. Come la sfiducia costruttiva, sulla base del modello tedesco e spagnolo. Sfiducia costruttiva significa che il Consiglio deve avere una soluzione pronta, cioè un nuovo esecutivo in mano, mentre delegittima la giunta in carica. In pratica, nella nuova proposta di legge elettorale, il venir meno del rapporto mutualistico tra presidente della Regione e Consiglio regionale innescato dalla regola “cade il primo decade a ruota il secondo” viene compensato da un sistema di contrappesi.

Per il Coordinamento dei comitati è, infine, necessario abolire il premio di maggioranza, senz’altro un elemento caratterizzante l’attuale legge elettorale sarda. Soprattutto perché distorce l’assegnazione dei seggi, che avviene sulla base di meccanismi causali, minando la rappresentatività del sistema.

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