“Tre milioni di euro in consulenze, di cui 300.000 stanziati per la predisposizione di un disegno di legge elettorale e della legge statutaria: la giunta regionale sarda appalta la democrazia e prende tempo”. Così in una nota gli esponenti del movimento “Sardegna chiama Sardegna” dopo la pubblicazione di una delibera dell’esecutivo di Alessandra Todde, datata 18 giugno 2025, in cui si stanziano, la denuncia, tre milioni di euro, distribuiti su tre anni, per incarichi esterni di studio, ricerca e consulenza.
“Di questi, ben 300.000 euro sono destinati specificamente alla predisposizione di un disegno di legge elettorale e della legge statutaria. Una decisione che pone problemi molto seri, tanto sul piano democratico quanto su quello politico-istituzionale”. Per il movimento “affidarsi a consulenze esterne non è, di per sé, un errore. Ma in questo caso si tratta di un ribaltamento della logica democratica. Si parte dalle consulenze prima ancora di aprire un confronto istituzionale e pubblico su due temi fondamentali come la riforma della legge elettorale e della legge statutaria”. In secondo luogo, “appare l’ennesimo spreco di risorse pubbliche. La presidente e la giunta dispongono già di risorse interne qualificate. Basti pensare alla direzione generale della presidenza e all’ufficio della presidente, con il suo ricco staff costruito grazie alla cosiddetta ‘legge poltronificio’, ereditata dall’ex governatore Christian Solinas e non cancellata o riformata”. Ancora più grave per “Sardegna chiama Sardegna” è la dilazione dei tempi: “Le risorse vengono distribuite su tre anni, segno evidente che la giunta non intende fare della riforma un’urgenza politica, ma piuttosto un tema da rinviare”.