di Vito Fiori
Il caso Todde, nel senso dell’ipotetica decadenza, la legge sulla sanità e la manovra finanziaria, sono i temi che stanno monopolizzando l’attenzione della politica isolana. Sotto sotto, però, almeno in casa Pd, sono in atto le manovre che dovrebbero portare alla sostituzione del segretario Piero Comandini, eletto appena due anni fa ma la cui posizione è diventata incompatibile con quella di presidente del consiglio regionale. Lui, da subito, si era detto disponibile a farsi da parte e la componente maggioritaria del partito, quella riformista, che conta il 50 per cento dell’assemblea, manco a dirlo, aveva pronto il nome del nuovo segretario, cioè il deputato sassarese Silvio Lai, già alla guida del Pd sardo dal 2009 al 2012.
La successione dovrebbe avvenire nella prima assemblea utile. Lo statuto prevede che sia quella la sede per le dimissioni e il conseguente voto per la nuova nomina. E qui sta il punto: la cosiddetta area Schlein vorrebbe un congresso per poter poi indire le primarie ed eleggere il segretario. Una linea che difficilmente passerà vista la consistenza della componente (la mozione Schlein in Sardegna due anni fa aveva perso, maggioritaria risultò infatti quella Bonaccini).
Al congresso guarda con interesse anche Paolo Fadda, uno dei maggiorenti del Pd che nel 2023 si tirò fuori dai giochi e oggi non conta alcun rappresentante in assemblea. Tornarci sarebbe un grande colpo, anche perché fra due anni si voterà per le politiche e chi vincerà il congresso si aggiudicherà il diritto di giocare le carte. Ecco cosa c’è in ballo: il neo segretario, di fatto, avrà la certezza della candidatura al Parlamento e deciderà chi correrà con lui per uno scranno in Senato o alla Camera.
I giochi, che sino a qualche settimana fa sembravano fatti, si sono comunque riaperti e Lai è meno solo di prima. Prende infatti quota l’ipotesi Mauro Usai, sindaco di Iglesias, che potrebbe veder crescere i consensi (a momento attuale il suo sponsor è Fadda) grazie al dinamismo da amministratore e alla sua giovane età (36 anni). La partita non è chiusa nemmeno per Anna Maria Busia, l’unica donna a competere per la segreteria. Lei è organica nella corrente che fa capo ad Antonello Cabras (Riformisti) come lo stesso Silvio Lai.
In teoria, ma solo in teoria, non partirebbe battuta. I malumori su un possibile segretario part time, diviso tra Camera e Sardegna, sono palpabili e, al di là dell’allineamento e della fedeltà, non è escluso che si manifestino apertamente. Insomma, per la successione a Comandini c’è da aspettare ancora. Non moltissimo, sempre che il tribunale di Cagliari non dichiari la decadenza della Todde. A quel punto di cambiare il segretario del Pd non fregherà niente a nessuno e si andrà alla scadenza naturale nel 2027.