Latte, Salvini e il tavolo al Viminale: “Evito il rischio che protesta degeneri”

Guardando verso la Francia i vertici del Governo gialloverde strizzano l’occhio ai gilet gialli, ma se l’attenzione si sposta in Sardegna il timore che il fronte della protesta possa allargarsi ha fatto mettere in moto il Viminale. Il titolare dell’Interno, Matteo Salvini, ha deciso di intervenire sulla questione del prezzo del latte, arrivando a convocare un tavolo con tutte le parti interessate, che di norma si riuniscono al dicastero dell’Agricoltura. “Da ministro dell’Interno ogni giorno ho la cartina delle strade bloccate e ho chiesto alle forze dell’ordine di esercitare il massimo del buon senso e della tranquillità. È una protesta motivata e ragionata, ma bisogna tutelare i diritti di tutti – ha detto ieri Matteo Salvini aprendo il vertice sul prezzo del latte -. Ci sono soluzioni a lungo e medio termine, lo so benissimo, ma oggi è giovedì e il mio obiettivo è che domani una buona parte del problema sia risolta”.

La trattativa non è andata a buon fine e se mercoledì alla Regione gli industriali si erano fermati a 65 centesimi, ieri a Roma sono arrivati solo a 70: molto lontano dall’euro a litro richiesto dai pastori e promesso dal vicepresidente del Consiglio. Le immagini delle proteste, dei blocchi stradali e dell’onda bianca di latte che avanza sulle strade sarde stanno facendo il giro del mondo e dal Viminale non nascondono il timore che la situazione possa degenerare. Questo è il motivo per cui si è cercato di accelerare la trattativa. “Un conto è gestire le richieste e le proteste di chi è di quel mondo – ha detto Salvini – un conto è che qualcuno utilizzi quella protesta per fare casino fine a se stesso e, ovviamente, lì non c’è tavolo che tenga”.

Marcello Zasso

 

 

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