“Domenica si deve votare per la Sardegna e per il nuovo Consiglio regionale, non per Salvini, per la Meloni o Berlusconi. Lo sbarco di da ministri, sottosegretari ed ex premier prelude alla subordinazione al potere che starà altrove, non certo nella nostra Isola”. Massimo Zedda lo ripete a Sassari, in quel nord storicamente opposto al Sud e che invece il sindaco di Cagliari ha scelto per chiudere la campagna elettorale. Un messaggio ribadito in premessa: “La nostra Regione può crescere solo se dai territori, da tutti, senza lasciarne indietro nemmeno uno, si ragione per costruire lo sviluppo”.
Davanti a mille e cinquecento persone che hanno riempito il teatro comunale, uno dei più grandi d’Italia, il candidato presidente della coalizione civico-politica di centrosinistra ha toccato tutti i punti del suo programma elettorale, cominciando dalla sanità: “Cancelleremo la Asl unica – ha detto Zedda -: l’Ats lascerà il posto ad aziende sanitarie locali con le case della salute a erogare sul territorio migliori servizi. Ma nel nostro modello di assistenza ci sono anche i servizi sociali, perché attraverso questi interventi si determinano in futuro malati in meno”.
Quindi il lavoro. “Vogliamo far tornare in Sardegna chi è stato costretto ad andare lontano dall’Isola – ha continuato il sindaco di Cagliari -. Perché lontano si perde la qualità della vita. La Sardegna – ha continuato il sindaco – è un immenso giacimento da mettere a frutto. Ma servono nuove infrastrutture e la riorganizzazione dei trasporti per far arrivare i turisti: siti archeologici e beni ambientali, invece, li abbiamo gia”.
Zedda osserva ancora: “Cambiare non è facile, ma è possibile. Noi non promettiamo miracoli. Lo faremo giorno per giorno, con chi vive la Sardegna, compresi i pastori ai quali esprimiamo la nostra vicinanza. Io – sottolinea – non sono stanco di fare il sindaco. Ho accettato la candidatura perché la Sardegna è la mia terra, che ha tanto da reclamare per le ingiustizie patite: dai costi dei trasporti a quelli del commercio”. E sul più diretto rivale delle urne, Christian Solinas, ha detto: “Ha venduto la storia del proprio partito, il Psd’Az di Emilio Lussu, nemico del fascismo, per un posto al Senato e lo ha fatto ancora con le Regionali”.