“L’Anac (Autorità per l’anticorruzione) ha censurato l’uso da parte dell’Anas della formula dell’accordo quadro per la realizzazione dei lavori sui nodi critici (gli svincoli) della statale 131 nord. Non è una cosa banale. In sostanza l’Anas per fare un ponte non chiedeva di vedere il progetto, ma di dire, per esemplificare, quanto ci si proponeva di pagare il ferro, il cemento, la terra, ecc”. Lo scrive nel suo blog Sardegna e Libertà, l’ex assessore regionale dei lavori pubblici e attuale presidente del Partito dei Sardi, Paolo Maninchedda, riferendosi agli articoli apparsi sui quotidiani nazionale e sardi. Un bando da 135 milioni per l’eliminazione degli svincoli a raso a Nord di Oristano (Paulilatino, Macomer, Bonorva e Codrongianos) sul quale c’era già stata una censura da parte del ministero dei Trasporti dopo la sollecitazione dello stesso Maninchedda quando era assessore (leggi qui).
“Avevo ragione a stare attento al quadro normativo sugli appalti. Ho ragione a pensare che la ricchezza generata dalle commesse pubbliche in Sardegna non genera un incremento del Pil sardo e che questo è un problema in un’isola – scrive ancora l’ex esponente della Giunta -. Purtroppo il disegno di legge sugli appalti in Sardegna proposto da me e approvato a suo tempo dalla Giunta non ha conquistato l’attenzione strategica né dell’Esecutivo né del Consiglio ed è in coda da sei mesi ad ogni altro provvedimento di legge passi per i corridoi del Consiglio. Da un lato si vogliono gli appalti verdi, i chilometri zero, gli spazi per i giovani progettisti, la tutela dei subappaltatori – attacca -, dall’altra si ignorano le proposte che potrebbero attuarli”.
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