“Un’azienda come Eni che pensa di proporsi come un gigante industriale che fa a meno degli investimenti pubblici, non può essere un nano nel rapporto con un territorio che ha sfruttato per decenni e abbandonato al suo destino, come la Sardegna, ben finanziato da soldi statali.” Così il segretario regionale del Pd, Silvio Lai, commenta le dichiarazioni sulla volontà di non chiede soldi pubblici da parte dell’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, che oggi ha presentato un piano da 1,1 miliardi per lo sviluppo di batterie per lo stoccaggio dell’energia prodotta con le rinnovabili.
“Eni in Sardegna, con le sue scelte – attacca il leader dei democratici – ha mandato a casa in pochi anni migliaia di lavoratori, in particolare dell’indotto, ha impegni, ormai da diversi anni, per le bonifiche industriali di sua pertinenza per 800 milioni di euro che sono inattuate e per le quali, di volta in volta, dà la responsabilità dei ritardi, ora al Ministero dell’Ambiente ora alla Giunta regionale e ha dimenticato gli impegni per il recupero di quei lavoratori che hanno civilmente protestato per oltre un anno rinchiudendosi all’Asinara, da cui sono venuti fuori solo per l’intervento del presidente della Repubblica”. “Aggiungo – prosegue Lai – che in quest’ultimo anno la politica di Eni in Sardegna si è ridotta a risparmiare pochi euro escludendo dai servizi le imprese sarde. Se c’è una cosa di cui sono certo è che Scaroni e la sua Eni non avranno sconti dalla Giunta regionale di Francesco Pigliaru, il centrosinistra non guarderà dall’altra parte, né consentirà che non si mantengano gli impegni presi, sulle bonifiche, sugli investimenti, sui lavoratori, senza ritardi”.