La ‘tassa occulta’ dell’insularità: il costo per i sardi è di nove miliardi

L’insularità e i disagi logistici e infrastrutturali a essa connessi pesano sulle due isole maggiori per circa 15 miliardi, un costo di oltre 6 per la Sicilia e 9 per la Sardegna, quantificato da due studi commissionati dalle regioni. Una “tassa occulta” per i cittadini insulari in Italia, 6 milioni e mezzo, il più alto numero nell’Ue. Poche settimane fa il Senato ha dato il primo via libera al disegno di legge costituzionale per introdurre il riconoscimento dei disagi dell’essere isole. “La questione dell’insularità è diventata preminente nell’agenda politica. È un tema cruciale, vanno messe in campo misure per garantire l’eguaglianza tra i cittadini, realizzare continuità territoriale e infrastrutture ma anche fiscalità di sviluppo”, ha dichiarato il vicepresidente della Regione siciliana e presidente dell’intergruppo insularità del Comitato europeo delle Regioni, Gaetano Armao nel corso della conferenza “Condizioni e costi dell’Insularità”. Il percorso “non è solo nazionale, ma anche europeo”, ha aggiunto, sottolineando la collaborazione con il Presidente del Comitato europeo delle Regioni e i governi locali di Corsica, Azzorre e Baleari.

Nell’Ue non esiste una strategia comune per l’insularità, ma sono 17 milioni gli abitanti che vivono nelle duemila isole che fanno parte dei Paesi aderenti. Da qui la necessità di garantire l’attuazione del terzo comma dell’articolo 174 del Tfue che prevede un occhio di riguardo alle regioni insulari, inevitabilmente sfavorite rispetto a quelle continentali. “Anche a livello comunitario stiamo facendo ciò che hanno fatto Sicilia, Sardegna e anche Corsica: tutte le grandi isole europee avranno una quantificazione dell’insularità affinché si possa prospettare alla Commissione europea questo dato”, ha affermato Armao.

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