I contagi sono sempre meno e la Regione è considerata ormai fuori pericolo, ma la sanità sarda vive una situazione di caos estremo. È la denuncia del capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che in una nota descrive le condizioni “al limite” in cui versano gli ospedali e in particolare i pronto soccorso. “I cittadini sardi possono giustamente andare al mare, a teatro, in ristorante e a giocare a calcetto ma non possono permettersi di stare male – dice -. La gestione della sanità e in particolare dell’emergenza-urgenza è ancora ai livelli del pieno lockdown“. E la ripresa, secondo l’esponente dell’opposizione, “avverrà in una situazione di gravissima insicurezza per responsabilità interamente imputabili ad Ats”.
Infatti, ricorda, “esiste un progetto per ampliare la sala d’attesa del pronto soccorso dell’ospedale e consentire quindi accessi separati tra pazienti Covid e tutti gli altri”. Ebbene, “Ats ha impiegato mesi per completarlo, è arrivato al Comune di Cagliari, alla Regione e alla Soprintendenza per le necessarie autorizzazioni solo il 25 maggio. E lì è rimasto, impigliato nelle maglie della burocrazia”. A questo punto, “forse i lavori verranno autorizzati a luglio e realizzati a settembre”. Così – spiega Agus – “in questa enorme prova di imperizia lascia sgomenti quanto annunciato dal presidente della Regione: subito un polo sanitario di grande eccellenza nell’area compresa tra la fiera e Sant’Elia, a Cagliari”. Per il progressista, solo “una mega-idea buttata lì, senza progetti, senza fondi in bilancio e senza un briciolo di onestà intellettuale e di realismo: in sei mesi non sono riusciti ad ampliare una sala d’attesa e adesso vorrebbero far credere ai sardi di essere in grado di costruire da zero un nuovo ospedale”. Tornando all’emergenza urgenza, il consigliere ricorda che “ormai per i codici verdi l’attesa supera le 12 ore, è quotidiano che ci siano più di 20 pazienti in codice giallo contemporaneamente in attesa di visita così come è diventato comune il fatto che persino i codici rossi, i pazienti più gravi, debbano attendere oltre il consentito. I danni peggiori sono stati evitati solo per merito dello spirito di sacrificio e della preparazione del personale medico e infermieristico”.