La nomina nella sanità che si porta dietro la faida politica: lite su un olbiese spinto da Fdi

Alessandra Carta

Due ‘faide’, una politica e l’altra familiare, tornano a dividere il centrodestra di Olbia che da una decina d’anni non conosce pace e dal 2021 vede pezzi di Fdi ed ex Forza Italia alleati col Pd in una civica di tipo ‘milazziano’.

Il nuovo motivo del contendere riguarda l’affidamento della Direzione amministrativa alla Asl 1 di Olbia e scorre proprio lungo questo crinale dei contrasti tra partiti, roba insanabile, dove lo spartiacque è Settimo Nizzi, il berlusconiano di ferro classe ’57 che a Olbia continua vincere anche senza gli Fdi (a loro volta spaccati al proprio interno) e gli ex Forza Italia, quei ‘Liberi’ che sono l’anima di centrodestra del cartello elettorale guidato dal Pd.

Giusto per continuare a tenere viva la fiamma della guerra politica, i Liberi, quelli che comunque sono accreditati come partito ufficiale dal vertici regionali di Fdi, per la Direzione amministrativa di Sassari hanno fatto il nome di Mario Altana, classe ’64, professione avvocato, al pari del fratello Marzio, di tre anni più grande, presidente del Consiglio comunale di Olbia, quindi schierato con Nizzi.

Chi legge in filigrana, vede un sacco di cose perché i due fratelli Altana, un tempo legatissimi, da qualche anno parlano con le carte bollate, con Mario che ha denunciato Marzio accusandolo di maltrattare i cani. Tutto archiviato, tanto che la Procura di Tempio ha ritenuto di dover procedere per calunnia e diffamazione nei confronti di Mario Altana. La sentenza di primo grado è fissata a gennaio. Più pesante la questione del presunto raggiro di cui l’aspirante manager alla Asl di Sassari deve rispondere di truffa aggravata ai danni della Regione per un finanziamento di 32mila con l’obiettivo di ristrutturare una casa nel centro storico di Olbia. Ma i lavori, stando alla ricostruzione del Pm, non sono mai stati fatti. Mario Altana sostiene che la firma sulla fidejussione incriminata non è la sua. Sull’eventuale rinvio a giudizio il Gup decide il 22 dicembre.

Per il centrodestra che sta con Nizzi, Mario Altana, che arriverebbe a Sassari in quota Fdi, non è nelle condizioni di fare il manager della Asl. Di segno opposto la posizione di Fdi che invece ripete come una mantra una delle massime di Giorgia Meloni.Garantisti sino alla sentenza definitiva e poi giustizialisti“. Significa che Altana non è stato ancora condannato, quindi può anche fare il Da della Sanità.

In quota centrodestra si sta mettendo di traverso anche il Psd’Az, di cui Marzio Altana è esponente, il più votato della lista alle Comunali dell’anno scorso. Sul più giovane dei due fratelli stanno girando i curriculum: c’è quello usato dall’aspirante direttore amministrativo e quello ancora online sul sito della Asl di Nuoro, dove Mario Altana ha fatto il Da per quattro anni, dal 13 giugno 2011 al 18 aprile 2015, poi mandato a casa perché nel frattempo in Regione aveva vinto il centrosinistra di Francesco Pigliaru che per riprendersi in mano la sanità approvò una legge di riforma che permette alla politica di mandare a casa i dirigenti messi dalla precedente maggioranza per sostituirli con proprio quadri di fiducia.

Mario Altana, però, ha provato a ribellarsi allo spoils system, perché di questo si tratta con lo stratagemma della riforma, e alla Asl di Nuoro ha fatto causa chiedendo 138mila euro e spiccioli di stipendi per quell’anno e mezzo di mandato mancato, visto che la scadenza naturale del suo contratto era fissata per l’ottobre del 2016.

C’è stata una conciliazione. La Asl, col centrosinistra al governo della Regione, pur sostenendo che Mario Altana non avesse diritto ad alcunché, ha transato e gli ha dato 60mila euro per chiuderla senza strascichi. Ma nero su bianco ha messo tutta una serie di rilievo che adesso tornano comodi al centrodestra di Nizzi per contrastare la nomina di Altana.

Infatti: l’aspirante Da non avrebbe i cinque anni di dirigenza che la legge richiede per diventare Da, non fosse altro che i quattro da direttore amministrativo a Nuoro non sarebbero validi perché nella causa sugli stipendi l‘Azienda sanitaria ha disconosciuto in maniera postuma il suo possesso dei titoli. “La professione forense – si legge in un passaggio – non può inquadrarsi nelle sopra indicate attività che consentono la maturazione del predetto requisito”, è il riferimento al quinquennio da dirigente.

Altana prima alla Asl di Olbia e poi a Nuoro, una carriera nella sanità cominciata nel 2009, venne ingaggiato perché dichiarò tutta una serie di incarichi che compaiono nel curriculum ancora online sul sito dell’Azienda sanitaria barbaricina ma sono spartiti in quello nuovo, allegato all’autocandidatura per diventare manager a Sassari.

Sempre nella causa per gli stipendi, la Asl di Nuoro giustifica la cacciata di Mario Altana con un anno e mezzo di anticipo con “esigenza di impostare un nuovo assetto” nella gestione della stessa Azienda, alla luce delle “gravi irregolarità messe in luce dall’Anac, l’Autorità anti-corruzione nell’affidamento delle concessioni per ristrutturare e completare i presidi ospedalieri di Nuoro, Sorgono, Macomer e Siniscola”.

Non è finita: quando Mario Altana, sempre per il tramite del suo legale, scrive di aver diritto a una maggioranza del 20 per cento sugli stipendi non dati “in base ai risultati di gestione”, l’Ufficio legale dell’Azienda controbatte sostenendo che “al ricorrente non possa riconoscersi il raggiungimento di alcun obiettivo per il quale spetti una remunerazione ulteriore”.

Questi i fatti. La nomina a Sassari è questione di giorni. Gli Fdi vanno verso l’obiettivo al momento incuranti dei rilievi mossi dagli alleati in Regione. Perché a Olbia i Fratelli d’Italia stanno col Pd, sebbene ci sia una frangia interna al partito che invece tifa per Nizzi. Ma il simbolo degli Fdi è adesso su Mario Altana.

Alessandra Carta

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