La Sardegna è la regione più penalizzata d’Italia nei finanziamenti triennali 2025-2027 dedicati alla danza, con sei progetti esclusi su nove dal ministero della Cultura. Una decisione che ha sollevato forti proteste da parte delle istituzioni locali e delle forze politiche dell’opposizione, che intravedono dietro le bocciature una possibile matrice politica.
«Il ministero ha escluso progetti che negli anni hanno dimostrato qualità, ottenendo riconoscimenti e portando le loro produzioni in tournée nazionali e internazionali», ha dichiarato l’assessora regionale all’Istruzione Ilaria Portas, esponente della giunta Guidata dalla presidente Alessandra Todde. Secondo Portas, «la cultura non può essere valutata sulla base dell’appartenenza politica. Cercherò di comprendere le ragioni di questa decisione che mette in ginocchio un intero comparto in maniera ingiusta, e lavorerò per arrivare quanto prima a una risoluzione positiva».
L’affondo arriva anche dal Movimento 5 Stelle Sardegna, che in una nota ufficiale parla di «ennesima prova che questo governo non ha alcun rispetto per la cultura, tanto meno per quella sarda». Il M5s denuncia apertamente una «logica inquietante» dietro le scelte ministeriali: «Punire i territori non allineati politicamente con il governo».
Secondo i pentastellati, si tratta di un attacco diretto a realtà «storiche e d’eccellenza» che da anni «contribuiscono in modo significativo alla crescita artistica e occupazionale della nostra isola». La nota critica duramente il governo Meloni e il ministero della Cultura, accusati di voler «premiare solo gli amici degli amici, a scapito della meritocrazia e della libertà culturale». Non manca un riferimento polemico anche al centrodestra sardo: «Colpisce il silenzio del centrodestra regionale, complice delle scelte del governo che penalizzano la Sardegna», afferma il Movimento, chiedendo «trasparenza, giustizia e rispetto per gli operatori culturali sardi». «Se le valutazioni ministeriali non verranno riesaminate con criteri chiari e oggettivi – conclude la nota – ci troveremo di fronte a un attacco senza precedenti all’autonomia culturale della Sardegna e al diritto dei cittadini a una produzione artistica libera e plurale».
foto di Laura Farneti, Giornate del Respiro (Sardegna Teatro)