La Cgil su Covid ed emergenza sociale: “Il presidente Solinas faccia chiarezza”

“La situazione di emergenza sociale e sanitaria della nostra regione è ormai arrivata a un livello di gravità tale da imporre un cambio immediato di atteggiamento da parte della presidenza e dell’intera Giunta sulle misure e le politiche da mettere in campo per fronteggiarla e per far ripartire l’intero sistema regionale”. La Cgil sarda lancia un appello al presidente della Regione, Christian Solinas, perché si dia una mossa e ascolti le rivendicazioni dei lavoratori messi a dura prova da questa lunga emergenza. “La Cgil non può sottrarsi a denunciarne ancora la mancanza o l’inconsistenza, per ottenerli o migliorarli, e non esiterà, per farlo, ad adottare le più forti forme possibili di mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, disoccupati, giovani e anziani, raccogliendo il grido d’allarme che sale dal territorio, insieme a tutte le forze sociali dell’Isola che condividano queste urgenti ragioni e queste gravi preoccupazioni”.

“Va recupero lo spirito dell’Intesa del 26 marzo scorso, che la Regione ha tradito nella sostanza e nella lettera, procedendo in piena autoreferenzialità a realizzare interventi parziali, inutili o perfino dannosi, e riforme regressive, orientate essenzialmente a logiche di potere, che non rappresentano certo delle priorità per i lavoratori e i cittadini sardi nel difficile momento che attraversiamo – si legge in una lunga nota della segreteria regionale del sindacato guidato da Maurizio Landini -. Restano aperti, invece, tutti i gravi problemi dell’Isola, dalle gravi carenze sulle infrastrutture e sui trasporti, dallo sfascio della continuità aerea e marittima alla crisi dei settori produttivi e dell’energia, devastati dall’abbandono ‘silenzioso’ di investimenti molto importanti, con la Regione priva d’iniziativa e ridotta quasi al ruolo di spettatrice impotente di scelte che maturano altrove, fino all’assenza di indirizzi di politica industriale, per le manifatture, il primario e i settori innovativi”.

“Preoccupano, poi, i ritardi e le incertezze nella programmazione economica-finanziaria, che espongono la Sardegna al rischio di perdere importanti risorse europee o di sprecarle per carenza di condivisione e di capacità progettuale: non si sa nulla dei piani per il Recovery Fund e non si sono fatti i tavoli tematici sul QFP UE 2021-27, che vanno definiti entrambi entro poche settimane – prosegue la nota -, ma persino il bilancio regionale, messo in assestamento da poco ancora una volta senza alcun confronto, appare destinato a un nuovo esercizio provvisorio nel 2021, drammatico davanti all’urgenza di risorse spendibili”.

“La pandemia continua a imperversare nel collasso dei presidi ospedalieri e della medicina territoriale, con il personale medico, paramedico e ausiliario ridotto all’osso e talora privo persino di dotazioni protettive, esposto a rischi continui e costretto a fare salti mortali per sopperire alle mancanze organizzative e a disposizioni superiori sbagliate e contraddittorie, che hanno reso necessario il meritorio intervento dell’Esercito – attacca la Cgil -. Le Usca sono insufficienti e oberate di lavoro, le prestazioni ordinarie sacrificate e le liste d’attesa allungate a dismisura, mentre i pazienti finiscono trascurati talvolta fino all’abbandono a se stessi, come denunciano quasi tutti i sindaci: le accuse di disfattismo verso di loro, le intimidazioni padronali agli operatori sanitari perché non parlino, le vergognose minacce ai giornalisti che pongono domande non bastano a mascherare le incredibili prove d’inefficienza, arroganza e incapacità dimostrate”.

“E se la Giunta finora ha tentennato continuamente tra improbabili allentamenti o ulteriori restrizioni delle misure governative, a seconda dell’utilità propagandistica del momento, adesso occorre fare chiarezza, dipanando senza risposte elusive l’ombra sulle responsabilità del governo regionale, sullo scandalo delle pressioni interessate al riavvio di movide e discoteche, assecondate sotto l’ingannatrice pubblicità estiva dell’Isola Covid free, malgrado si conoscessero i gravi rischi per la salute pubblica legati alla loro riapertura e alla loro scriteriata gestione operativa, più volte denunciata pubblicamente dalle nostre strutture sindacali territoriali”.

“Uno scandalo che non soltanto ha causato il contagio di numerosi lavoratori e la fuga anticipata dei turisti, danneggiando e non favorendo la stagione, come denunciano gli albergatori – continua la nota della Cgil -, ma che rende più grave la premura dei nostri governanti verso l’industria dello svago estivo perché stride fortemente con il loro ritardo nel varo delle misure di sostegno alle fasce deboli e ai lavoratori colpiti dalla crisi – che infatti ancora oggi non hanno avuto nulla e forse nulla avranno – o con la scarsa attenzione per la riapertura delle scuole a settembre”.

“La Cgil e le altre organizzazioni non hanno avuto i tavoli di confronto rivendicati sulle misure di sostegno ai lavoratori – che hanno da essere concrete e integrative, e non odiose finzioni – e sui programmi per la ripartenza, né sulle politiche di sviluppo e sulle riforme, neanche dopo la manifestazione unitaria del 18 settembre scorso, ma neppure hanno avuto quelli concordati sul monitoraggio della situazione di emergenza sociale e sanitaria che, forse, avrebbero potuto evitare scelte sbagliate e pericolose per tutti – conclude la Cgil -. Ora è tempo che il presidente Solinas faccia chiarezza e si assuma la responsabilità di aprirsi al dialogo costruttivo con le forze del lavoro, per condividere e mettere in campo piani seri ed efficaci per affrontare la gravissima situazione sanitaria e le enormi difficoltà del sistema economico e sociale della Sardegna”.

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