La questione rinnovabili tiene banco. Quasi come in una sfida tra adolescenti tra chi è più forte. In questo caso l’oggetto del contendere riguarda limiti e divieti di due norme.
Da una parte quella votata dal Consiglio regionale che sospende tutto per 18 mesi, dall’altra la proposta di legge di iniziativa popolare Pratobello 24 che, da venerdì, registra l’adesione e sostegno ufficiale di Forza Italia. A strizzare l’occhio verso questa iniziativa, spinti dalla necessità di mantenere consenso e avere visibilità, anche diversi esponenti del centrosinistra. Sindaci e non solo.
Alla luce dell’ultima adesione qualche distinguo comincia a registrarsi, soprattutto, tra le periferie. “Scelte non politiche – qualcuno sottolinea – ma in difesa della Sardegna e dei territori”. In questo scenario si registra la chiamata alle armi, da parte del centrosinistra, degli amministratori locali: si devono definire le aree idonee e spiegare criticità ed eventuali opportunità.
Si “corre spediti”, sottolineano dalla maggioranza, per arrivare a gennaio con la mappa chiusa, magari prima ancora che inizi la discussione della Pratobello 24 per cui Forza Italia chiede la procedura d’urgenza. Intanto sembra chiaro che per un eventuale ritorno alle urne, per effetto di una “spallata popolare”, non sembra esserci spazio. A riallineare la maggioranza ci avrebbe pensato la stessa presidente, “spiegando“ in maniera molto pragmatica che, in caso di movimenti fuori dal coro, il ritorno alle urne non sarebbe remoto. Non un annuncio ufficiale, ma un passaggio all’interno di una discussione articolata che, però, avrebbe chiarito il quadro su eventuali fughe in avanti o derive trasversali. Risultato: tutti compatti. Anche perché 8 mesi di legislatura sono pochi per rientrare dalle spese elettorali, con l’incertezza di una nuova candidatura e di elezione.
Ma soprattutto di vittoria giacché le elezioni (nonostante i sondaggi) sono sempre un’incognita. Discorso trasversale che caratterizza quello che viene definito “lo spirito di conservazione” dell’Assemblea. C’è poi un altro aspetto che emerge nel panorama relativo alle rinnovabili. Negli ultimi giorni ci sono stati due attentati. Uno ha interessato l’impianto in fase di realizzazione tra Villacidro e Samassi, l’altro la struttura tra Mamoiada e Gavoi. Eventi preoccupanti che arrivano in un contesto dai toni accesi. Basta, infatti, vedere le reazioni del popolo social che plaude e in nome di una Sardegna “libera” quasi ne auspica altri. Una deriva che, come si sottolinea da più parti e ambienti politici sarebbe meglio evitare.
(d. ma.)