Istituzioni indagate, soldi buttati. Siamo l’Isola degli sprechi

La politica sarda demolita dal Sole 24Ore. Il quadro che emerge dall’inchiesta di Mariano Maugeri (“A Cagliari la spesa è senza fondo”) pubblicata nel quotidiano economico in edicola oggi è assolutamente impietoso. Vertici istituzionali indagati – leggi: Ugo Cappellacci e l’assessore all’Agricoltura Oscar Cherchi – ma soprattutto l’immagine di una Regione sprecona, nella quale la spesa pubblica da anni non si schioda dal 65% sul Pil, un numero di dipendenti pubblici che ha avuto un incremento nel biennio 2008-2010 secondo solo a quello della Sicilia tra le regioni a Statuto speciale, 19 società partecipate al 100% dalla Regione che solo nel 2011 hanno ricevuto erogazioni per 200 milioni di euro. Fino al caso paradossale di un consiglio regionale che – coi suoi ottanta consiglieri molto ben pagati – istituisce una commissione d’inchiesta (“unica in Italia e probabilmente in Occidente”, chiosa Maugeri) “sulla mancata applicazione delle leggi regionali”. Una classe dirigente che, sottolinea il giornalista del Sole, riesce a nominare al vertice di Sardegna Ricerche Ketty Corona nella poltrona che fu del Nobel Carlo Rubbia.

L’inchiesta di Maugeri parte dal caso delle nove società partecipate dalla Regione in eterna liquidazione: “la Sigma Invest è in attesa di sbaraccare da otto anni, la Hydrocontrol da cinque”. Paradossale il caso della Fluorsid Spa, “che ha generato due società possedute al 100% della Regione (la nuova mineraria Silius e la Fluorite Silius) entrambe in liquidazione ma mai liquidate. Nel frattempo, e ci mancherebbe, si nominano commissari liquidatori, si assume personale e si distribuiscono appalti con la complicità del vertice regionale che seraficamente ripiana i debiti anno dopo anno”. Il giornalista cita anche l’analisi della Corte dei Conti, secondo la quale la Regione si occupa di attività “che definire diversificate è poco”, estendendosi «alla ricerca applicata, alla gestione aeroportuale, alle attività industriali del ciclo del fluoro, al ripristino ambientale, alla lirica, al teatro, al servizio agrometeorologico, all’attività mineraria, allo sviluppo dei progetti farmaceutici, etc, etc». C’è il capitolo dei dipendenti della Regione, 4109 secondo la rilevazione del 2011. Ai quali occorre aggiungere la dotazione degli enti strumentali (ex Istituto case popolari, gli enti di diritto allo studio e le tre agenzie agricole, Agris, Argea, Laore) con 2863 lavoratori, di cui 113 dirigenti, i dipendenti dell’ente forestale (“che ha più dipendenti dell’amministrazione regionale”), con 4697 a tempo indeterminato e 1849 operai a scadenza. Per chiudere poi con le 29 società in house: 3751 dipendenti e 284 a tempo parziale con 36 dirigenti.

La domanda decisiva su questa montagna di risorse pubbliche spese in Sardegna è quella che si pone l’economista ed ex assessore Francesco Pigliaru: “Sono soldi spesi bene?”. Secondo il giornalista la domanda è retorica. “Sono soldi spesi male, malissimo”. Lo stesso Pigliaru ha rilanciato l’articolo nella sua pagina Facebook, commentando così: “Tutta la politica sarda si preoccupa di entrate (ne vogliono sempre di più) e fa finta di non vedere l’enorme problema di una spesa pubblica sprecona e invadente. Questo articolo di Maugeri mette in fila dati che fanno paura, quando si tirano le somme. Chi avrà il coraggio di parlare del problema della spesa, in campagna elettorale? O di nuovo tutti contro lo Stato centrale per rivendicare più entrate?”

Andrea Tramonte

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