Via libera definitivo e unanime dell’Aula della Camera alla proposta di legge costituzionale per il riconoscimento in Costituzione delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall’insularità. I voti a favore sono stati 412, nessun contrario, un astenuto. Il risultato della votazione è stato salutato da un applauso unanime dell’ Assemblea.
L’inserimento della insularità in Costituzione però non entra immediatamente in vigore. Nella votazione a Montecitorio non è stato infatti raggiunto il quorum dei due terzi previsto dalla “procedura aggravata” propria delle modifiche Costituzionali per scongiurarne la sottoponibilità a referendum confermativo nei prossimi tre mesi. Alla Camera il quorum dei due terzi è stato sfiorato: mancavano infatti, dalla lettura dei tabulati messi a disposizione successivamente , solo otto voti. La cosiddetta “procedura aggravata” è prevista dall’articolo 138 della Costituzione. In base a questa norma, “le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi. Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti”.
“Abbiamo cambiato il corso della storia: oggi il Parlamento ha espresso la volontà di riconoscere i diritti delle isole. Da questo momento in avanti la Sardegna e tutte le Isole d’Italia hanno gli stessi diritti, riconosciuti dallo Stato, e la possibilità di avviare quel cambiamento necessario per superare gli handicap che fino a oggi ne hanno frenato lo sviluppo”. È il commento a caldo del presidente della Commissione speciale per l’insularità e del Comitato promotore per l’insularità in Costituzione, Michele Cossa. “Ci aspetta ora un grande lavoro affinché il principio di insularità in Costituzione venga declinato al meglio e porti a un reale giovamento per la Sardegna. Ora toccherà a noi far valere nei confronti dello Stato e, a catena dell’Unione Europea, le opportunità offerte dall’affermazione di questo principio”.
“La Sardegna è oggi più forte e capace far valere diritti troppo a lungo negati, per avere giuste compensazioni degli svantaggi che la condizione insulare comporta. Dopo il riconoscimento dell’Europarlamento che ha votato la risoluzione Omarjee per i diritti delle Isole, frutto del lavoro della Regione Sarda, e ora sul piano nazionale con l’inserimento dell’insularità in Costituzione, siamo ancora più determinati nell’intento di tenere alto il nostro impegno per restituire alla nostra Isola, alla sua economia, ad ogni cittadino ciò che fino ad oggi è stato negato”. Lo ha detto il Presidente della Regione, Christian Solinas. “Lo Stato deve essere nostro alleato in Europa, affinché possiamo portare avanti con unità e determinazione le rivendicazioni delle Isole a Bruxelles – ha detto – ma prima ancora dobbiamo essere in grado di sostanziare di contenuti chiarendo quanto prima i termini attuativi di questa rinnovata previsione costituzionale. Dobbiamo evitare – prosegue – che la modifica costituzionale si risolva nell’ennesimo richiamo di principio sulla legislazione statale, privo di efficacia sostanziale: un’affermazione di principio ha bisogno di essere declinata nelle sue possibili articolazioni”.