Insularità in Costituzione, gli emigrati sardi: “Battaglia giusta anche per noi”

È quasi raggiunto il tetto delle 50mila firme che servono per presentare la proposte di legge di modifica della Costituzione con l’obiettivo di inserire nella Carta il riconoscimento della condizioni di insularità della Sardegna. Ad aggiornare lo stato della raccolta firme è il presidente del comitato promotore, Roberto Frongia (al centro della foto), a cui si è aggiunta la Fasi, la federazione degli emigrati sardi. A breve sarà chiesto un incontro al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“Durante le sue vacanze nell’isola di La Maddalena – ha detto Frongia – ha speso parole importanti per la Sardegna”. Così la presidente di Fasi, Serafina Maxia: “Il ponte Morandi era un importante collegamento utilizzato da migliaia di emigrati sardi: il suo crollo rappresenta un ulteriore ostacolo. Ma il problema dell’insularità si trascina da anni e non si risolve. Per questo abbiamo deciso di lavorare con chi affronta questo tema e ha voglia di trovare una soluzione. Con la firma possiamo esercitare un nostro potere e diritto facendo conoscere questo problema anche ai “continentali”: gli spieghiamo che non chiediamo un privilegio, ma un diritto. In questa campagna portiamo le firme non solo degli emigrati, ma anche di tante persone che hanno abbracciato questa causa”.

Alla raccolta firme stanno partecipando i 70 circoli di emigrati sardi sparsi in tutta Italia: da una prima stima risulta che solo attraverso il Fasi sono state raggiunte 6mila sottoscrizioni a favore della legge per l’insularità. Maxia ha sottolineato anche il problema della continuità territoriale assente oltre Milano e Roma. “Uniti – ha detto – si vince: dobbiamo essere compatti con il Governo”. La Fasi ha anche un responsabile per i trasporti, Tonino Mulas, che chiarisce: “Occorre calmierare i prezzi per tutti, perché lo svantaggio è di tutto il territorio nazionale”.

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